La presente memoria descrive l'esperienza di un caso studio trattato in seno al Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco del Friuli Venezia Giulia, concernente l'istruttoria tecnica per la revisione quinquennale di un Rapporto di Sicurezza relativo ad un deposito costiero di idrocarburi liquidi stoccati in una serie di serbatoi a tetto galleggiante con presenza di scenari incidentali di rischio ecotossico, ubicato in Comune di Muggia in provincia di Trieste (Italia). Per ragioni di privacy, sono omessi i riferimenti alla ragione sociale della proprietà. Nella prima fase dell'istruttoria, l'applicazione della metodologia speditiva per la valutazione del rischio per l'ambiente da incidenti rilevanti in depositi di idrocarburi liquidi, realizzata dal Gruppo di Lavoro misto APAT-ARPA-Ministero dell'interno/CNVVF e pubblicata nel Rapporto APAT 57/2005, ha evidenziato un alto grado di criticità del rischio per i bersagli (IRB), tale da indurre la necessità di prescrivere un approfondimento di indagine (Advance Risk Assessment - ARA). Uno studio di vulnerabilità di un acquifero finalizzato all'analisi del rischio ecotossico può essere sviluppato mediante l'adozione di metodi parametrici che prendono in considerazione i principali parametri morfologici, geologici, idrogeologici ed idraulici del territorio sul quale insistono le strutture dell'impianto ed il risultato consente di ottenere una stima attendibile del grado di pericolosità intrinseca del sito di fronte ad un ipotetico scenario di sversamento di sostanze pericolose in superficie. Le problematiche classiche da affrontare in uno studio di questa natura riguardano essenzialmente due aspetti: • Acquisizione dei dati geologici, idrogeologici ed idraulici del sito e di un suo conveniente intorno. • Interpolazione spaziale dei dati puntuali al fine di poter ottenere le mappe tematiche necessarie per l'applicazione del metodo parametrico di calcolo della vulnerabilità del sito. Nel caso in esame, per il calcolo della vulnerabilità dell'acquifero è stato proposto il metodo DRASTIC, messo a punto da Aller et. al. nel 1985 e 1987, mentre le interpolazioni spaziali sono state realizzate mediante l'impiego di strumenti geostatistici del pacchetto ArcGIS di ESRI, utilizzando come base la carta tecnica regionale numerica del Friuli Venezia Giulia in scala 1:5000. I risultati ottenuti sono quindi stati comparati con le stime probabilistiche derivanti dall'analisi degli scenari di rilascio di sostanze liquide dalle componenti critiche dell'impianto, ottenendo quindi quella che è stato possibile definire carta del rischio ecotossico. In funzione dei risultati ottenuti, considerate le frequenze di accadimento delle diverse ipotesi incidentali credibili, le magnitudo degli effetti ed il corrispondente livello di vulnerabilità del sito, il CTR ha quindi potuto disporre di un affidabile Decision Support System per poter validare il Rapporto di Sicurezza anche mediante un puntuale e condiviso pacchetto di prescrizioni tecniche e gestionali atte a mitigare i reali rischi presenti.

Impiego di tecnologie GIS per l'analisi del rischio ecotossico in un deposito costiero di idrocarburi. Caso studio

SPANGHERO, GLAUCO;BEVILACQUA, PAOLO
2008-01-01

Abstract

La presente memoria descrive l'esperienza di un caso studio trattato in seno al Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco del Friuli Venezia Giulia, concernente l'istruttoria tecnica per la revisione quinquennale di un Rapporto di Sicurezza relativo ad un deposito costiero di idrocarburi liquidi stoccati in una serie di serbatoi a tetto galleggiante con presenza di scenari incidentali di rischio ecotossico, ubicato in Comune di Muggia in provincia di Trieste (Italia). Per ragioni di privacy, sono omessi i riferimenti alla ragione sociale della proprietà. Nella prima fase dell'istruttoria, l'applicazione della metodologia speditiva per la valutazione del rischio per l'ambiente da incidenti rilevanti in depositi di idrocarburi liquidi, realizzata dal Gruppo di Lavoro misto APAT-ARPA-Ministero dell'interno/CNVVF e pubblicata nel Rapporto APAT 57/2005, ha evidenziato un alto grado di criticità del rischio per i bersagli (IRB), tale da indurre la necessità di prescrivere un approfondimento di indagine (Advance Risk Assessment - ARA). Uno studio di vulnerabilità di un acquifero finalizzato all'analisi del rischio ecotossico può essere sviluppato mediante l'adozione di metodi parametrici che prendono in considerazione i principali parametri morfologici, geologici, idrogeologici ed idraulici del territorio sul quale insistono le strutture dell'impianto ed il risultato consente di ottenere una stima attendibile del grado di pericolosità intrinseca del sito di fronte ad un ipotetico scenario di sversamento di sostanze pericolose in superficie. Le problematiche classiche da affrontare in uno studio di questa natura riguardano essenzialmente due aspetti: • Acquisizione dei dati geologici, idrogeologici ed idraulici del sito e di un suo conveniente intorno. • Interpolazione spaziale dei dati puntuali al fine di poter ottenere le mappe tematiche necessarie per l'applicazione del metodo parametrico di calcolo della vulnerabilità del sito. Nel caso in esame, per il calcolo della vulnerabilità dell'acquifero è stato proposto il metodo DRASTIC, messo a punto da Aller et. al. nel 1985 e 1987, mentre le interpolazioni spaziali sono state realizzate mediante l'impiego di strumenti geostatistici del pacchetto ArcGIS di ESRI, utilizzando come base la carta tecnica regionale numerica del Friuli Venezia Giulia in scala 1:5000. I risultati ottenuti sono quindi stati comparati con le stime probabilistiche derivanti dall'analisi degli scenari di rilascio di sostanze liquide dalle componenti critiche dell'impianto, ottenendo quindi quella che è stato possibile definire carta del rischio ecotossico. In funzione dei risultati ottenuti, considerate le frequenze di accadimento delle diverse ipotesi incidentali credibili, le magnitudo degli effetti ed il corrispondente livello di vulnerabilità del sito, il CTR ha quindi potuto disporre di un affidabile Decision Support System per poter validare il Rapporto di Sicurezza anche mediante un puntuale e condiviso pacchetto di prescrizioni tecniche e gestionali atte a mitigare i reali rischi presenti.
2008
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