Introduzione Nella suddivisione dei carcinomi mammari in sottotipi Luminal A e B, la quantificazione della proliferazione tumorale tramite colorazione immunoistochimica con anticorpo Ki-67 (MIB-1), sembra avere un ruolo determinante . Tuttavia la quantificazione precisa è gravata da numerose variabili , tra le quali un’importante grado di soggettività. Vi sono inoltre incertezze nel determinare un preciso cut-off di positività di Ki-67 utile per inserire il singolo caso nel sottotipo corretto. Lo studio valuta il rischio di un’erronea classificazione quando deve essere valutata la fascia di positività con maggior ricaduta clinica (8%-25%). A tale scopo è stata comparata la lettura tradizionale con quella ottenuta da un’analisi digitale semi-automatizzata. Materiale e Metodi: Sono stati selezionati 66 casi di carcinoma mammario duttale infiltrante (anno 2012) che presentavano una percentuale di Ki-67, valutata dal patologo, tra l’8 e il 25%. I preparati immunoistochimici sono stati acquisiti tramite scanner (D-Sight Instrument) ottenendo vetrini digitali, sui quali è stata eseguita un’analisi quantitativa semi-automatica (software AVISIA imaging S.r.l). L’analisi digitale è stata eseguita ed analizzata ad ingrandimento 20X per ogni caso, selezionando un’ area di 20 mm2 a maggior positività. Sono state comparate le letture (ottica e digitale) rispetto ai due cut-off di riferimento (S1=14% ed S2=20%) suggeriti dagli studi più recenti [4,5] ed è stato poi valutato il grado di concordanza con la metodica statistica kappa (k), attribuendo alla lettura digitale il gold standard. Risultati: Nel nostro studio la concordanza tra le due letture (ottica e digitale) per il cut-off 14% (S1) è risultata statisticamente moderata (17 casi discordanti); modificando il cut-off al 20% (S2), questa non è variata (k=0.45 p-value<0.001, 16 casi discordanti) . Conclusione e discussione: Lo studio dimostra che, indipendentemente dalla scelta del cut-off, ricorrendo alla sola lettura ottica, 1 caso su 4 potrebbe essere inserito in una categoria di rischio non corretta. L’utilizzo di una metodica riproducibile ed in grado di valutare migliaia di cellule, quale quella fornita dall’analisi digitale semi-automatica, può essere di valido aiuto nella precisa quantificazione della popolazione tumorale in proliferazione, garantendo l’affidabilità del dato e di conseguenza la sua fruibilità clinica

Valutazione quantitativa di Ki-67 nel carcinoma mammario: comparazione tra lettura al microscopio ottico e lettura con analizzatore automatico

BONAZZA, DEBORAH;PINAMONTI, MAURIZIO;BORTUL, MARINA;SCAGGIANTE, BRUNA;GRASSI, GABRIELE;BOTTIN, CRISTINA;KAZEMI, MARYAM;GIUDICI, FABIOLA;BONIFACIO, DANIELA;MUSTACCHI, GIORGIO;MALAGOLI, Maria;GUGLIELMI, ALESSANDRA;CECCHERINI, RITA;VIDALI, CRISTIANA;TORELLI, LUCIO;ZANCONATI, FABRIZIO
2014-01-01

Abstract

Introduzione Nella suddivisione dei carcinomi mammari in sottotipi Luminal A e B, la quantificazione della proliferazione tumorale tramite colorazione immunoistochimica con anticorpo Ki-67 (MIB-1), sembra avere un ruolo determinante . Tuttavia la quantificazione precisa è gravata da numerose variabili , tra le quali un’importante grado di soggettività. Vi sono inoltre incertezze nel determinare un preciso cut-off di positività di Ki-67 utile per inserire il singolo caso nel sottotipo corretto. Lo studio valuta il rischio di un’erronea classificazione quando deve essere valutata la fascia di positività con maggior ricaduta clinica (8%-25%). A tale scopo è stata comparata la lettura tradizionale con quella ottenuta da un’analisi digitale semi-automatizzata. Materiale e Metodi: Sono stati selezionati 66 casi di carcinoma mammario duttale infiltrante (anno 2012) che presentavano una percentuale di Ki-67, valutata dal patologo, tra l’8 e il 25%. I preparati immunoistochimici sono stati acquisiti tramite scanner (D-Sight Instrument) ottenendo vetrini digitali, sui quali è stata eseguita un’analisi quantitativa semi-automatica (software AVISIA imaging S.r.l). L’analisi digitale è stata eseguita ed analizzata ad ingrandimento 20X per ogni caso, selezionando un’ area di 20 mm2 a maggior positività. Sono state comparate le letture (ottica e digitale) rispetto ai due cut-off di riferimento (S1=14% ed S2=20%) suggeriti dagli studi più recenti [4,5] ed è stato poi valutato il grado di concordanza con la metodica statistica kappa (k), attribuendo alla lettura digitale il gold standard. Risultati: Nel nostro studio la concordanza tra le due letture (ottica e digitale) per il cut-off 14% (S1) è risultata statisticamente moderata (17 casi discordanti); modificando il cut-off al 20% (S2), questa non è variata (k=0.45 p-value<0.001, 16 casi discordanti) . Conclusione e discussione: Lo studio dimostra che, indipendentemente dalla scelta del cut-off, ricorrendo alla sola lettura ottica, 1 caso su 4 potrebbe essere inserito in una categoria di rischio non corretta. L’utilizzo di una metodica riproducibile ed in grado di valutare migliaia di cellule, quale quella fornita dall’analisi digitale semi-automatica, può essere di valido aiuto nella precisa quantificazione della popolazione tumorale in proliferazione, garantendo l’affidabilità del dato e di conseguenza la sua fruibilità clinica
2014
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