In un simposio sul design delle visualizzazioni per l’apprendimento svoltosi in un recente convegno EARLI (European Association for Learning and Instruction, 2011) è stato ricordato che la ricerca psicopedagogica ha verificato che ― nella maggior parte dei casi ― si impara meglio da testi con figure/visualizzazioni rispetto che da testi privi di figure. Si è affermato tuttavia che le figure vengono spesso trattate come se fossero una unica categoria, indifferenziata. Questa raccolta di saggi ha lo scopo di contraddire, in parte, queste affermazioni, sintetizzando alcune delle ricerche che sono state svolte in Italia per studiare il rapporto testo-figure, promettente, interessante, a volte problematico. Da sempre usiamo immagini e illustrazioni in base all’ipotesi che facilitino l’insegnamento e la divulgazione.La continua evoluzione degli strumenti, dei metodi di indagine, delle conoscenze sui processi cognitivi sottostanti all’elaborazione delle informazioni e sui possibili processi didattici messi in atto crea l’opportunità di proporre nuove definizioni delle ragioni e condizioni che fanno sì che una figura possa aiutare o meno la comprensione e l’apprendimento delle informazioni. La costante vitalità di questo campo di ricerca è testimoniata anche dalla recente pubblicazione di due volumi (Paoletti, 2011; Calvani, 2012) a partire dai quali proponiamo una riflessione su alcuni aspetti problematici dell’uso delle figure.

Numero speciale di Form@re n. 80 ottobre/dicembre Aspetti percettivi ed estetici nella comprensione dei Multimedia

PAOLETTI, GISELLA
2012-01-01

Abstract

In un simposio sul design delle visualizzazioni per l’apprendimento svoltosi in un recente convegno EARLI (European Association for Learning and Instruction, 2011) è stato ricordato che la ricerca psicopedagogica ha verificato che ― nella maggior parte dei casi ― si impara meglio da testi con figure/visualizzazioni rispetto che da testi privi di figure. Si è affermato tuttavia che le figure vengono spesso trattate come se fossero una unica categoria, indifferenziata. Questa raccolta di saggi ha lo scopo di contraddire, in parte, queste affermazioni, sintetizzando alcune delle ricerche che sono state svolte in Italia per studiare il rapporto testo-figure, promettente, interessante, a volte problematico. Da sempre usiamo immagini e illustrazioni in base all’ipotesi che facilitino l’insegnamento e la divulgazione.La continua evoluzione degli strumenti, dei metodi di indagine, delle conoscenze sui processi cognitivi sottostanti all’elaborazione delle informazioni e sui possibili processi didattici messi in atto crea l’opportunità di proporre nuove definizioni delle ragioni e condizioni che fanno sì che una figura possa aiutare o meno la comprensione e l’apprendimento delle informazioni. La costante vitalità di questo campo di ricerca è testimoniata anche dalla recente pubblicazione di due volumi (Paoletti, 2011; Calvani, 2012) a partire dai quali proponiamo una riflessione su alcuni aspetti problematici dell’uso delle figure.
2012
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