La crisi strutturale che attanaglia il nostro Paese dimostra l’insostenibilità di un modello di welfare e di azione pubblica che, per molto tempo, ha riservato alle amministrazioni il ruolo di semplici erogatrici di servizi, mentre ai cittadini quello di meri destinatari e utenti. Un modello in cui l’offerta di prestazioni di carattere convenzionale e settoriale si è di frequente tradotta in soluzioni spaziali e gestionali rigidamente definite, la cui costruzione e manutenzione spettavano in primis alle amministrazioni stesse. Parallelamente, tanti spazi urbani – pubblici e privati, centrali e periferici – si sono andati svuotando di usi e attività, dando luogo a processi di dismissione che, per grana minuta e localizzazione diffusa, sempre più impattano sulla qualità del vivere quotidiano. Sono questi gli input per un cambiamento radicale di prospettiva che, a Trieste, l’amministrazione comunale sta cercando di tradurre in diverse progettualità. I loro tratti comuni discendono dalla volontà di ottenere, anche attraverso interventi singoli, risultati più ampi e articolati sul fronte dei servizi e della loro dotazione spaziale e strutturale, grazie all’innesco di azioni direttamente promosse da privati cittadini. Le molteplici declinazioni che tali progettualità assumono traggono origine dalle tante sfumature che la dismissione oggi presenta in termini di abbandono e sottoutilizzo di usi, funzioni, spazi urbani.

Goccia dopo goccia: da Trieste, cronache di manutenzione della città – Deìrop by drop: from Trieste, chronicles of city maintenance

MARCHIGIANI, ELENA
2014-01-01

Abstract

La crisi strutturale che attanaglia il nostro Paese dimostra l’insostenibilità di un modello di welfare e di azione pubblica che, per molto tempo, ha riservato alle amministrazioni il ruolo di semplici erogatrici di servizi, mentre ai cittadini quello di meri destinatari e utenti. Un modello in cui l’offerta di prestazioni di carattere convenzionale e settoriale si è di frequente tradotta in soluzioni spaziali e gestionali rigidamente definite, la cui costruzione e manutenzione spettavano in primis alle amministrazioni stesse. Parallelamente, tanti spazi urbani – pubblici e privati, centrali e periferici – si sono andati svuotando di usi e attività, dando luogo a processi di dismissione che, per grana minuta e localizzazione diffusa, sempre più impattano sulla qualità del vivere quotidiano. Sono questi gli input per un cambiamento radicale di prospettiva che, a Trieste, l’amministrazione comunale sta cercando di tradurre in diverse progettualità. I loro tratti comuni discendono dalla volontà di ottenere, anche attraverso interventi singoli, risultati più ampi e articolati sul fronte dei servizi e della loro dotazione spaziale e strutturale, grazie all’innesco di azioni direttamente promosse da privati cittadini. Le molteplici declinazioni che tali progettualità assumono traggono origine dalle tante sfumature che la dismissione oggi presenta in termini di abbandono e sottoutilizzo di usi, funzioni, spazi urbani.
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