Le università generano un duplice effetto sul contesto urbano in cui sono inserite. Da un lato contribuiscono al prestigio e all’attrattività della città, dall’altro generano flussi di traffico che congestionano la rete di trasporto e contribuiscono a deteriorare l’ambiente urbano. Dal confronto tra alcune esperienze significative di gestione della mobilità universitaria, in Italia ed all’estero, esaminate in questo lavoro si evince che:  sia in Italia sia all’estero, tanto per i dipendenti quanto per gli studenti, l’automobile privata è mediamente il mezzo più diffuso per raggiungere l’università, sebbene esistano ampie differenze nella ripartizione modale tra università e tra diverse sedi di uno stesso ateneo;  la variabilità nella ripartizione modale è l’effetto congiunto di una molteplicità di fattori e di politiche di cui non è facile identificare l’importanza relativa, ciononostante, la nostra impressione è che la localizzazione della sede universitaria giochi un ruolo d’importanza preminente;  l’analisi della destinazione d’uso delle aree e degli edifici di proprietà delle università ha mostrato come le università italiane dispongano di un numero inferiore: a) di aree per il parcheggio della autovetture, soprattutto quando le sedi sono collocate nei centri storici; b) di depositi coperti, videosorvegliati ed attrezzati per le biciclette, e c) di piste ciclabili che si inseriscano con continuità nel tessuto urbano fino a raggiungere i nodi centrali delle reti di trasporto;  all’estero ed in particolare negli Stati Uniti la tariffazione delle aree di parcheggio è altamente differenziata e premiante per chi utilizza prevalentemente il mezzo pubblico, o per chi utilizza il mezzo privato nella forma del carsharing o carpooling, in Italia, invece, i parcheggi di proprietà delle università sono quasi sempre gratuiti ed ad uso esclusivo del corpo docente o del personale tecnico amministrativo;  la sussidiazione del trasporto pubblico non è una pratica molto diffusa in Italia e riguarda prevalentemente i dipendenti delle università, si tratta, invece, di uno strumento molto utilizzato all’estero, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Germania;  il carsharing, il bikesharing ed il carpooling sono diffusi ed attivamente sostenuti dalle università estere prese in esame, mentre in Italia sono ancora sono ancora ad un livello si sviluppo iniziale. Infine si sottolinea come il ruolo del Mobility Manager necessiti di essere rafforzato nelle università italiane.

La mobilità universitaria: esperienze internazionali e italiane a confronto

ROTARIS, LUCIA;DANIELIS, ROMEO
2014-01-01

Abstract

Le università generano un duplice effetto sul contesto urbano in cui sono inserite. Da un lato contribuiscono al prestigio e all’attrattività della città, dall’altro generano flussi di traffico che congestionano la rete di trasporto e contribuiscono a deteriorare l’ambiente urbano. Dal confronto tra alcune esperienze significative di gestione della mobilità universitaria, in Italia ed all’estero, esaminate in questo lavoro si evince che:  sia in Italia sia all’estero, tanto per i dipendenti quanto per gli studenti, l’automobile privata è mediamente il mezzo più diffuso per raggiungere l’università, sebbene esistano ampie differenze nella ripartizione modale tra università e tra diverse sedi di uno stesso ateneo;  la variabilità nella ripartizione modale è l’effetto congiunto di una molteplicità di fattori e di politiche di cui non è facile identificare l’importanza relativa, ciononostante, la nostra impressione è che la localizzazione della sede universitaria giochi un ruolo d’importanza preminente;  l’analisi della destinazione d’uso delle aree e degli edifici di proprietà delle università ha mostrato come le università italiane dispongano di un numero inferiore: a) di aree per il parcheggio della autovetture, soprattutto quando le sedi sono collocate nei centri storici; b) di depositi coperti, videosorvegliati ed attrezzati per le biciclette, e c) di piste ciclabili che si inseriscano con continuità nel tessuto urbano fino a raggiungere i nodi centrali delle reti di trasporto;  all’estero ed in particolare negli Stati Uniti la tariffazione delle aree di parcheggio è altamente differenziata e premiante per chi utilizza prevalentemente il mezzo pubblico, o per chi utilizza il mezzo privato nella forma del carsharing o carpooling, in Italia, invece, i parcheggi di proprietà delle università sono quasi sempre gratuiti ed ad uso esclusivo del corpo docente o del personale tecnico amministrativo;  la sussidiazione del trasporto pubblico non è una pratica molto diffusa in Italia e riguarda prevalentemente i dipendenti delle università, si tratta, invece, di uno strumento molto utilizzato all’estero, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Germania;  il carsharing, il bikesharing ed il carpooling sono diffusi ed attivamente sostenuti dalle università estere prese in esame, mentre in Italia sono ancora sono ancora ad un livello si sviluppo iniziale. Infine si sottolinea come il ruolo del Mobility Manager necessiti di essere rafforzato nelle università italiane.
2014
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