Il saggio prende ad oggetto il dibattito in Francia che precede e segue immediatamente il colpo di stato del dicembre 1851, dibattito che rivela come le speranze che la seconda repubblica aveva suscitato nella compagine democratica vengano bruscamente interrotte nonostante la realizzazione del suffragio universale e della Assemblea costituente. Ne emerge per la prima volta la difficolta di “organizzare” la sovranità popolare con la divisione dei poteri, principi che accettati entrambi universalmente si trovavano per la prima volta dinnanzi alla difficoltà di una loro applicazione concreta in assenza di una loro articolazione e sistemazione in termini giuridici. Da ciò una Costituzione pensata come una sorta di sintesi tra il pensiero rousseauiano e quello di Montesquieu che porta in realtà a un conflitto di competenze tra il Parlamento e il Presidente della Repubblica. I due poteri in effetti essendo entrambi eletti direttamente dal popolo si ritrovano in una posizione concorrenziale e quindi provocano quella instabilità politica che sarà preludio al colpo di stato. La consapevolezza di tale pericolo induce i protagonisti di allora a una serie di riflessioni alla ricerca di alternative in senso democratico. Il saggio analizza le proposte espresse da un lato in numerosi pamphlets all’insegna della “semplificazione del governo” e “ democrazia diretta” e dall’altro quelle caratterizzate dalla ricerca di un compromesso all’insegna di una idea di democrazia plurale declinata in maniera diversa in particolare da Louis Blanc e P.J. Proudhon.

L'idée de démocratie à la veille du coup d'Etat ( décembre 1851)

MANGANARO, ERMENEGILDA
2016-01-01

Abstract

Il saggio prende ad oggetto il dibattito in Francia che precede e segue immediatamente il colpo di stato del dicembre 1851, dibattito che rivela come le speranze che la seconda repubblica aveva suscitato nella compagine democratica vengano bruscamente interrotte nonostante la realizzazione del suffragio universale e della Assemblea costituente. Ne emerge per la prima volta la difficolta di “organizzare” la sovranità popolare con la divisione dei poteri, principi che accettati entrambi universalmente si trovavano per la prima volta dinnanzi alla difficoltà di una loro applicazione concreta in assenza di una loro articolazione e sistemazione in termini giuridici. Da ciò una Costituzione pensata come una sorta di sintesi tra il pensiero rousseauiano e quello di Montesquieu che porta in realtà a un conflitto di competenze tra il Parlamento e il Presidente della Repubblica. I due poteri in effetti essendo entrambi eletti direttamente dal popolo si ritrovano in una posizione concorrenziale e quindi provocano quella instabilità politica che sarà preludio al colpo di stato. La consapevolezza di tale pericolo induce i protagonisti di allora a una serie di riflessioni alla ricerca di alternative in senso democratico. Il saggio analizza le proposte espresse da un lato in numerosi pamphlets all’insegna della “semplificazione del governo” e “ democrazia diretta” e dall’altro quelle caratterizzate dalla ricerca di un compromesso all’insegna di una idea di democrazia plurale declinata in maniera diversa in particolare da Louis Blanc e P.J. Proudhon.
2016
9782845390416
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