Il lavoro, condotto su fondi dell'archivio centrale dello Stato, alcuni dei quali nel periodo della ricerca erano ancora riservati, ricostruisce la storia dell'Italia nel periodo 1943-1969 avendo come filo conduttore i rapporti fra Pci, Dc, Msi ed i loro referenti internazionali, alla luce dell'attività "coperta" delle organizzazioni paramilitari clandestine.Questi partiti ideologicamente forti disponevano di apparati di sicurezza e sistemi logistici attivabili in situazioni di emergenza; ciò pone problemi di enorme rilievo in merito al punto, centrale in uno stato democratico, relativo all'esercizio del monopolio della forza. Dunque il libro pone ed affronta il problema dello spazio reale in cui si esercita la sovranità dei cittadini, laddove l’esistenza di strutture paramilitari clandestine pone dei limiti che nemmeno l’esercizio del diritto di voto può far superare. Da un lato i comunisti, con i loro apparati paramilitari riorganizzati con l’aiuto di Mosca, nati dalle costole del combattentismo partigiano, protetti e finanziati dall’Urss. Dall’altro il variegato e contraddittorio fronte anticomunista, con le sue strutture ricostituite sotto la supervisione degli anglo-americani: la gladio quale evoluzione delle formazioni partigiane cattoliche e la rete di strutture ad essa collegate; la “gladio nera”, sofistica evoluzione del radicalismo fascista “utilizzata” dall’anticomunismo di marca atlantica per operazioni illegittime ed illegali. Nel loro insieme, esse hanno tenuto in stallo la democrazia italiana per mezzo secolo.

Il pericolo rosso. Comunisti, cattolici e fascisti fra legalità ed eversione, 1943-1969

NEGLIE, PIETRO
2017-01-01

Abstract

Il lavoro, condotto su fondi dell'archivio centrale dello Stato, alcuni dei quali nel periodo della ricerca erano ancora riservati, ricostruisce la storia dell'Italia nel periodo 1943-1969 avendo come filo conduttore i rapporti fra Pci, Dc, Msi ed i loro referenti internazionali, alla luce dell'attività "coperta" delle organizzazioni paramilitari clandestine.Questi partiti ideologicamente forti disponevano di apparati di sicurezza e sistemi logistici attivabili in situazioni di emergenza; ciò pone problemi di enorme rilievo in merito al punto, centrale in uno stato democratico, relativo all'esercizio del monopolio della forza. Dunque il libro pone ed affronta il problema dello spazio reale in cui si esercita la sovranità dei cittadini, laddove l’esistenza di strutture paramilitari clandestine pone dei limiti che nemmeno l’esercizio del diritto di voto può far superare. Da un lato i comunisti, con i loro apparati paramilitari riorganizzati con l’aiuto di Mosca, nati dalle costole del combattentismo partigiano, protetti e finanziati dall’Urss. Dall’altro il variegato e contraddittorio fronte anticomunista, con le sue strutture ricostituite sotto la supervisione degli anglo-americani: la gladio quale evoluzione delle formazioni partigiane cattoliche e la rete di strutture ad essa collegate; la “gladio nera”, sofistica evoluzione del radicalismo fascista “utilizzata” dall’anticomunismo di marca atlantica per operazioni illegittime ed illegali. Nel loro insieme, esse hanno tenuto in stallo la democrazia italiana per mezzo secolo.
2017
978-88-7984-513-7
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