La ricerca intende approfondire il ruolo strutturante che lo spazio delle attrezzature urbane ad uso pubblico riveste nei processi di riuso di parti di città, per migliorarne le condizioni di “abitabilità”. A scala vasta e a scala di vicinato, la loro distribuzione definisce condizioni di accessibilità, utilizzo e attrattività territoriale, e la loro presenza può influenzare positivamente il rapporto tra conformazioni fisico-spaziali e condizioni sociali. Mentre nel ‘900, la disciplina urbanistica ha spesso dimensionato la crescita della città attorno alle attrezzature, oggi, svanita l’urgenza dell’espansione, nuovamente - sia pure da una diversa prospettiva - si torna a ragionare su come riattivare e riadattare parti di città esistenti, anche attraverso il disegno (o il ridisegno) delle attrezzature stesse. Questo lancia una sfida notevole per i territori europei: a fronte del mutare delle disponibilità finanziarie e degli strumenti tradizionali di assistenza pubblica (politiche di welfare), si deve infatti garantire il benessere urbano attraverso nuove modalità di spazializzazione dei servizi, per fare di più con meno. - La ricerca lavora sulla città di Helsinki, una delle capitali del Nordic model, dove l’uguaglianza sociale viene perseguita attraverso un set articolato di politiche di welfare state, che attraverso un sistema di tassazione progressiva, viene garantito a tutti, indipendentemente dalla base reddituale. “Welfare city” nel ‘900, oggi in profonda trasformazione, quali strategie adotta Helsinki per garantire la tenuta del modello nonostante le modificazioni sociali ed economiche attuali? Nella prospettiva proposta, la capitale finlandese, che nel passato ha avuto una crescita urbana policentrica misurata attraverso il disegno di spazi e servizi pubblici d’uso condiviso, può essere letta oggi come un laboratorio interessante per diversi motivi. Mostra innovazioni nell’approccio alla riqualificazione e alla riorganizzazione delle attrezzature presenti (per adattarle a nuove necessità), nel posizionamento e progetto di nuovi servizi (per riattivare parti di città), nelle modalità coordinamento di questi interventi in un quadro generale di riferimento. L’analisi di Helsinki fa emergere il “co-service”, una nuova figura operativa per il progetto e la gestione dei servizi, in cui spazi, funzioni e attori sono “in comune”. In questo senso, il progetto abbandona una visione quantitativa, a favore di un approccio prestazionale e qualitativo, per far fronte da un lato alla moltiplicazione dei bisogni sociali, dall’altro alla stasi (quando non contrazione) delle possibilità di investimento pubblico. La divisione settoriale degli interventi viene superata da un atteggiamento multi-dimensionale del progetto, da una coralità di attori coinvolti, da una combinazione di diversi canali di finanziamento e da una variegata interpretazione delle risorse spaziali. La messa a fuoco di un approccio di “co-service” serve a porre domande e a offrire linee di lavoro per nuovi approcci al progetto delle attrezzature ad uso pubblico, per rigenerare la città, oltre la crisi.

Tra welfare state e co-service: evoluzioni del Nordic model. Esperienze, politiche, progetti a Helsinki / Frausin, Teresa. - (2017 May 24).

Tra welfare state e co-service: evoluzioni del Nordic model. Esperienze, politiche, progetti a Helsinki

FRAUSIN, TERESA
2017-05-24

Abstract

La ricerca intende approfondire il ruolo strutturante che lo spazio delle attrezzature urbane ad uso pubblico riveste nei processi di riuso di parti di città, per migliorarne le condizioni di “abitabilità”. A scala vasta e a scala di vicinato, la loro distribuzione definisce condizioni di accessibilità, utilizzo e attrattività territoriale, e la loro presenza può influenzare positivamente il rapporto tra conformazioni fisico-spaziali e condizioni sociali. Mentre nel ‘900, la disciplina urbanistica ha spesso dimensionato la crescita della città attorno alle attrezzature, oggi, svanita l’urgenza dell’espansione, nuovamente - sia pure da una diversa prospettiva - si torna a ragionare su come riattivare e riadattare parti di città esistenti, anche attraverso il disegno (o il ridisegno) delle attrezzature stesse. Questo lancia una sfida notevole per i territori europei: a fronte del mutare delle disponibilità finanziarie e degli strumenti tradizionali di assistenza pubblica (politiche di welfare), si deve infatti garantire il benessere urbano attraverso nuove modalità di spazializzazione dei servizi, per fare di più con meno. - La ricerca lavora sulla città di Helsinki, una delle capitali del Nordic model, dove l’uguaglianza sociale viene perseguita attraverso un set articolato di politiche di welfare state, che attraverso un sistema di tassazione progressiva, viene garantito a tutti, indipendentemente dalla base reddituale. “Welfare city” nel ‘900, oggi in profonda trasformazione, quali strategie adotta Helsinki per garantire la tenuta del modello nonostante le modificazioni sociali ed economiche attuali? Nella prospettiva proposta, la capitale finlandese, che nel passato ha avuto una crescita urbana policentrica misurata attraverso il disegno di spazi e servizi pubblici d’uso condiviso, può essere letta oggi come un laboratorio interessante per diversi motivi. Mostra innovazioni nell’approccio alla riqualificazione e alla riorganizzazione delle attrezzature presenti (per adattarle a nuove necessità), nel posizionamento e progetto di nuovi servizi (per riattivare parti di città), nelle modalità coordinamento di questi interventi in un quadro generale di riferimento. L’analisi di Helsinki fa emergere il “co-service”, una nuova figura operativa per il progetto e la gestione dei servizi, in cui spazi, funzioni e attori sono “in comune”. In questo senso, il progetto abbandona una visione quantitativa, a favore di un approccio prestazionale e qualitativo, per far fronte da un lato alla moltiplicazione dei bisogni sociali, dall’altro alla stasi (quando non contrazione) delle possibilità di investimento pubblico. La divisione settoriale degli interventi viene superata da un atteggiamento multi-dimensionale del progetto, da una coralità di attori coinvolti, da una combinazione di diversi canali di finanziamento e da una variegata interpretazione delle risorse spaziali. La messa a fuoco di un approccio di “co-service” serve a porre domande e a offrire linee di lavoro per nuovi approcci al progetto delle attrezzature ad uso pubblico, per rigenerare la città, oltre la crisi.
24-mag-2017
MARCHIGIANI, ELENA
27
2013/2014
Settore ICAR/21 - Urbanistica
Università degli Studi di Trieste
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