Gli studi di biomonitoraggio attivo e passivo di elementi in traccia basati sul lichene epifita Pseudevernia furfuracea sono molto numerosi ma caratterizzati da una importante eterogeneità metodologica: si è ritenuto perciò opportuno procedere alla sua caratterizzazione mediante la revisione critica di 62 lavori di rilevanza nazionale e internazionale. I dati di contenuto elementare derivanti dal processo di revisione, integrati da quelli ottenuti dalla campagna di campionamento condotta in Italia nel 2014/15 dagli autori, sono stati raccolti in 3 dataset distinti, rispettivamente per (i) talli nativi raccolti in aree di background (BG), (ii) talli nativi utilizzati in studi di biomonitoraggio passivo (P), e (iii) talli trapiantati (T). Il confronto inter-dataset effettuato su 25 elementi tramite test non parametrici ha evidenziato valori significativamente inferiori per il dataset BG, proposto come riferimento preliminare per studi di biomonitoraggio a livello europeo. Al fine di fornire dei valori di riferimento nazionali relativi a macroaree omogenee e per analizzare le relazioni tra variabili ambientali e contenuto elementare baseline, i siti di raccolta sono stati caratterizzati in ambiente GIS in termini di antropizzazione, uso del suolo, clima e litologia. Una cluster analysis della matrice “siti di raccolta  elementi” (62  43) ha consentito l’identificazione di 3 gruppi di siti omogenei per i quali sono stati forniti i valori di background nazionale. La predittività delle variabili ambientali sul contenuto elementare baseline è stata testata tramite Principal Component Regression: una PCA della matrice “siti di raccolta  variabili ambientali” (62  13) ha permesso di utilizzare combinazioni lineari delle variabili di partenza in modelli di regressione multipla applicati al contenuto dei 43 elementi analizzati. I modelli hanno prodotto risultati statisticamente significativi per molti elementi litogenici ma non per elementi di origine antropica.

Variabilità metodologica in studi di bioaccumulo e caratterizzazione del contenuto elementare di background in Pseudevernia furfuracea

Elva Cecconi;Guido Incerti;Fiore Capozzi;Fabio Candotto Carniel;Mauro Tretiach
2017-01-01

Abstract

Gli studi di biomonitoraggio attivo e passivo di elementi in traccia basati sul lichene epifita Pseudevernia furfuracea sono molto numerosi ma caratterizzati da una importante eterogeneità metodologica: si è ritenuto perciò opportuno procedere alla sua caratterizzazione mediante la revisione critica di 62 lavori di rilevanza nazionale e internazionale. I dati di contenuto elementare derivanti dal processo di revisione, integrati da quelli ottenuti dalla campagna di campionamento condotta in Italia nel 2014/15 dagli autori, sono stati raccolti in 3 dataset distinti, rispettivamente per (i) talli nativi raccolti in aree di background (BG), (ii) talli nativi utilizzati in studi di biomonitoraggio passivo (P), e (iii) talli trapiantati (T). Il confronto inter-dataset effettuato su 25 elementi tramite test non parametrici ha evidenziato valori significativamente inferiori per il dataset BG, proposto come riferimento preliminare per studi di biomonitoraggio a livello europeo. Al fine di fornire dei valori di riferimento nazionali relativi a macroaree omogenee e per analizzare le relazioni tra variabili ambientali e contenuto elementare baseline, i siti di raccolta sono stati caratterizzati in ambiente GIS in termini di antropizzazione, uso del suolo, clima e litologia. Una cluster analysis della matrice “siti di raccolta  elementi” (62  43) ha consentito l’identificazione di 3 gruppi di siti omogenei per i quali sono stati forniti i valori di background nazionale. La predittività delle variabili ambientali sul contenuto elementare baseline è stata testata tramite Principal Component Regression: una PCA della matrice “siti di raccolta  variabili ambientali” (62  13) ha permesso di utilizzare combinazioni lineari delle variabili di partenza in modelli di regressione multipla applicati al contenuto dei 43 elementi analizzati. I modelli hanno prodotto risultati statisticamente significativi per molti elementi litogenici ma non per elementi di origine antropica.
2017
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