Cosa rende alcuni di noi – abitatori di ecosistemi narrativi sempre più densi e complessi – compulsivi spettatori dell'orrore? Cosa decreta la vivacità di tropi horror dotati di una storia già lunga alle spalle e il loro corrente, inesausto riuso catodico? La proposta critica che avanziamo in questa sede è un invito a contemperare nell'analisi delle produzioni televisive seriali contemporanee, aspetti narratologici e produttivi, fattori (intra- e inter)testuali e sociologici, a partire dalla convinzione che le ragioni della fortuna di una serie (non solo) horror vadano ricercate precipuamente nei territori dove questi aspetti si intrecciano. Proponiamo come caso di studio il successo di pubblico e di critica di una delle serie d'autore per eccellenza degli ultimi anni: True Blood, creata da Alan Ball per il network HBO nel 2008 e giunta nel 2014 alla settima e finale stagione. Da situare entro il contesto di un più ampio fenomeno di proliferazione del genere horror nella serialità televisiva contemporanea, True Blood offre un ottimo esempio dei nuovi meccanismi di distinzione tramite i quali la serialità televisiva odierna sta differenziando in maniera crescente segmenti di pubblico. / Why are some of us – inhabitants of increasingly dense and complex narrative ecosystems – compulsive spectators of horrors? What determines the liveliness of horror tropes that already have a long history of being used and re-used in narratives across different media, and what favors their being used incessantly on the small screen? This essay argues that in analyzing contemporary television series, we need to takes into account specific productive and narrative aspects, and (intra- and inter-)textual elements as well as sociological ones, starting from the theoretical assumption that the fortune of horror series (and not only of them) is in fact determined by those territories where these elements come together. As a case in point, this essay takes a look at True Blood, which was created in 2008 for HBO by Alan Ball, and came to an end with its seventh season in 2014. Positioned within the broader context of horror proliferation in contemporary television series, True Blood offers striking examples of the new mechanisms and distinction practices utilized by the television genre which is bringing about an increasing differentiation of audience segment.

Umani postumi, moderni vampiri. Riuso, serialità, coralità dell'orrore in True Blood

Iannuzzi G
2016-01-01

Abstract

Cosa rende alcuni di noi – abitatori di ecosistemi narrativi sempre più densi e complessi – compulsivi spettatori dell'orrore? Cosa decreta la vivacità di tropi horror dotati di una storia già lunga alle spalle e il loro corrente, inesausto riuso catodico? La proposta critica che avanziamo in questa sede è un invito a contemperare nell'analisi delle produzioni televisive seriali contemporanee, aspetti narratologici e produttivi, fattori (intra- e inter)testuali e sociologici, a partire dalla convinzione che le ragioni della fortuna di una serie (non solo) horror vadano ricercate precipuamente nei territori dove questi aspetti si intrecciano. Proponiamo come caso di studio il successo di pubblico e di critica di una delle serie d'autore per eccellenza degli ultimi anni: True Blood, creata da Alan Ball per il network HBO nel 2008 e giunta nel 2014 alla settima e finale stagione. Da situare entro il contesto di un più ampio fenomeno di proliferazione del genere horror nella serialità televisiva contemporanea, True Blood offre un ottimo esempio dei nuovi meccanismi di distinzione tramite i quali la serialità televisiva odierna sta differenziando in maniera crescente segmenti di pubblico. / Why are some of us – inhabitants of increasingly dense and complex narrative ecosystems – compulsive spectators of horrors? What determines the liveliness of horror tropes that already have a long history of being used and re-used in narratives across different media, and what favors their being used incessantly on the small screen? This essay argues that in analyzing contemporary television series, we need to takes into account specific productive and narrative aspects, and (intra- and inter-)textual elements as well as sociological ones, starting from the theoretical assumption that the fortune of horror series (and not only of them) is in fact determined by those territories where these elements come together. As a case in point, this essay takes a look at True Blood, which was created in 2008 for HBO by Alan Ball, and came to an end with its seventh season in 2014. Positioned within the broader context of horror proliferation in contemporary television series, True Blood offers striking examples of the new mechanisms and distinction practices utilized by the television genre which is bringing about an increasing differentiation of audience segment.
2016
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