Partendo dal doppio significato del verbo riparare - pro- teggere e aggiustare - si mettono a confronto l’architet- tura, che da sempre ha il compito di costruire un rifugio e che oggi si propone anche di aggiustare preesisten- ze e tessuti urbani aprendoli a nuove funzionalità, e la psichiatria, che storicamente ha preteso di correggere, cioè aggiustare, la mente del folle, e insieme di proteg- gere la società attraverso la pratica dell’internamento. Un confronto opportuno se si affronta il riuso degli ex manicomi, indispensabile se il manicomio è quello in cui nel 1961 nasce la rivoluzione della psichiatria italiana che porterà al riconoscimento dei diritti dei malati men- tali e alla legge Basaglia del 1978. L’ex ospedale psichiatrico di Gorizia, ora parco Basa- glia, è un luogo emblematico per il contemporaneo, marginale per antonomasia (uno dei suoi bordi coincide con il confine di Stato) e al contempo al centro di una travagliata storia di incroci di culture, identità e lingue. Nell’attività didattica e in quella progettuale in collabora- zione con gli enti proprietari, questo complesso patrimo- nio è stato proposto alla riflessione di più saperi e pra- tiche progettuali (la storia dell’architettura dei manicomi austriaci, variazioni dello Steinhof viennese, il restauro come memoria di architetture e di pratiche d’uso) pro- ponendo una molteplice restituzione quale momento di interpretazione, sperimentazione e verifica di un’azione trasformativa: dalla machine à guérir, che ripara ciò che si ritiene guasto, a luogo in cui dare riparo, riconsegnan- do alla città il parco e il suo genius loci rivoluzionario, per riparare l’umano e, dunque, riparare l’urbano.
Riparare l’umano: lezioni da un manicomio di frontiera
giuseppina scavuzzo;RODANI, VALENTINA
2019-01-01
Abstract
Partendo dal doppio significato del verbo riparare - pro- teggere e aggiustare - si mettono a confronto l’architet- tura, che da sempre ha il compito di costruire un rifugio e che oggi si propone anche di aggiustare preesisten- ze e tessuti urbani aprendoli a nuove funzionalità, e la psichiatria, che storicamente ha preteso di correggere, cioè aggiustare, la mente del folle, e insieme di proteg- gere la società attraverso la pratica dell’internamento. Un confronto opportuno se si affronta il riuso degli ex manicomi, indispensabile se il manicomio è quello in cui nel 1961 nasce la rivoluzione della psichiatria italiana che porterà al riconoscimento dei diritti dei malati men- tali e alla legge Basaglia del 1978. L’ex ospedale psichiatrico di Gorizia, ora parco Basa- glia, è un luogo emblematico per il contemporaneo, marginale per antonomasia (uno dei suoi bordi coincide con il confine di Stato) e al contempo al centro di una travagliata storia di incroci di culture, identità e lingue. Nell’attività didattica e in quella progettuale in collabora- zione con gli enti proprietari, questo complesso patrimo- nio è stato proposto alla riflessione di più saperi e pra- tiche progettuali (la storia dell’architettura dei manicomi austriaci, variazioni dello Steinhof viennese, il restauro come memoria di architetture e di pratiche d’uso) pro- ponendo una molteplice restituzione quale momento di interpretazione, sperimentazione e verifica di un’azione trasformativa: dalla machine à guérir, che ripara ciò che si ritiene guasto, a luogo in cui dare riparo, riconsegnan- do alla città il parco e il suo genius loci rivoluzionario, per riparare l’umano e, dunque, riparare l’urbano.File | Dimensione | Formato | |
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