Le imprese familiari sono state a lungo oggetto di attenzione sia della letteratura economica che di quella aziendale. Ciò è motivato dal fatto che esse sono centrali nella struttura produttiva europea ed italiana. Poiché l’internazionalizzazione è considerata cruciale ai fini dello sviluppo delle imprese, uno dei punti centrali del dibattito in corso ruota intorno alla capacità di penetrazione dei mercati esteri delle imprese familiari rispetto alle altre forme proprietarie. Sul punto la letteratura non è concorde: da un lato ha evidenziato la maggiore propensione all’export delle imprese familiari, dall’altro la maggiore riluttanza di tali imprese verso strategie di internazionalizzazione. Partendo da questi contributi, il nostro lavoro intende fornire ulteriore evidenza empirica utilizzando un ampio campione di piccole e medie imprese (PMI) appartenenti ad undici paesi dell’Unione Europea. Lo studio si basa sui dati provenienti dall’indagine SAFE della Banca centrale europea. Utilizzando stime panel probit, i risultano mostrano – tenendo conto dell’eterogeneità delle imprese – che nel nostro campione quelle familiari hanno una minore probabilità di esportare rispetto alle altre tipologie. Il nostro studio fornisce, inoltre, alcuni spunti di riflessione sui punti ancora aperti nel dibattito in corso. Family firms have been long studied in both economics and entrepreneurship literature. This is due to their pivotal role in the Italian and European economic systems. Internationalization is considered a key process in the development of firms, and one of the main issues in the literature is about the differential attitude of family firms – compared to other kinds of small medium enterprises (SMEs) – entering foreign markets. On this point the literature is not unanimous: on one side, it highlights the greater propensity for exports of family firms, and on the other, the greater reluctance of these companies towards internationalization strategies. Starting from these contributions, our work aims at providing further empirical evidence using a large sample of SMEs belonging to 11 countries of the European Union. Our chapter is based on panel data from the SAFE survey of the European Central Bank. Using probit estimates, we show that – taking into account the heterogeneity of the companies – family firms have a lower probability of exporting than other types of SMEs. Our study also provides some food for thought on the issues still controversial in the economic literature.

Imprese familiari e propensione all’export: analisi empirica e questioni aperte

Stefania Patrizia Sonia Rossi
2020-01-01

Abstract

Le imprese familiari sono state a lungo oggetto di attenzione sia della letteratura economica che di quella aziendale. Ciò è motivato dal fatto che esse sono centrali nella struttura produttiva europea ed italiana. Poiché l’internazionalizzazione è considerata cruciale ai fini dello sviluppo delle imprese, uno dei punti centrali del dibattito in corso ruota intorno alla capacità di penetrazione dei mercati esteri delle imprese familiari rispetto alle altre forme proprietarie. Sul punto la letteratura non è concorde: da un lato ha evidenziato la maggiore propensione all’export delle imprese familiari, dall’altro la maggiore riluttanza di tali imprese verso strategie di internazionalizzazione. Partendo da questi contributi, il nostro lavoro intende fornire ulteriore evidenza empirica utilizzando un ampio campione di piccole e medie imprese (PMI) appartenenti ad undici paesi dell’Unione Europea. Lo studio si basa sui dati provenienti dall’indagine SAFE della Banca centrale europea. Utilizzando stime panel probit, i risultano mostrano – tenendo conto dell’eterogeneità delle imprese – che nel nostro campione quelle familiari hanno una minore probabilità di esportare rispetto alle altre tipologie. Il nostro studio fornisce, inoltre, alcuni spunti di riflessione sui punti ancora aperti nel dibattito in corso. Family firms have been long studied in both economics and entrepreneurship literature. This is due to their pivotal role in the Italian and European economic systems. Internationalization is considered a key process in the development of firms, and one of the main issues in the literature is about the differential attitude of family firms – compared to other kinds of small medium enterprises (SMEs) – entering foreign markets. On this point the literature is not unanimous: on one side, it highlights the greater propensity for exports of family firms, and on the other, the greater reluctance of these companies towards internationalization strategies. Starting from these contributions, our work aims at providing further empirical evidence using a large sample of SMEs belonging to 11 countries of the European Union. Our chapter is based on panel data from the SAFE survey of the European Central Bank. Using probit estimates, we show that – taking into account the heterogeneity of the companies – family firms have a lower probability of exporting than other types of SMEs. Our study also provides some food for thought on the issues still controversial in the economic literature.
2020
978-88-5511-161-4
978-88-5511-162-1
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