Il concetto di frattura vale ontologicamente, come separazione rispetto all’origine. Collocandosi nell’alveo dell’ermeneutica pareysoniana, questo libro ripercorre le tracce di uno dei miti fondatori dell'Occidente: il mito edenico di creazione e caduta e la conseguente storia del peccato originale. L’incipit è dato dalla riflessione kierkegaardiana intorno alla scissione, interna all’individuo umano, dell’io alla ricerca di sé: La ripresa e La malattia per la morte sono i testi di Kierkegaard al centro dell'indagine. Lo studio mette quindi a confronto due filoni interpretativi circa la questione dell’origine: quello della caduta come perdita e quello dell’uscita dall’origine come guadagno. Campeggia la complessità dell’interpretazione hegeliana, cui si accosta una lettura di Tommaso, scevra da dogmatismi, per superare il timore – fatto valere da Ricoeur – che le qualità più che naturali dell’uomo edenico siano altro dalla pienezza possibile della condizione umana esperita qui e ora. La questione di una frattura ontologica, ossia di una tensione rispetto alla pienezza originaria, pensata come costitutiva, e quindi insieme come prima e destinale, è dicibile attraverso la voce degli autori citati, chiamati in causa due volte, dapprima riguardo al momento della caduta e una seconda per quello della ripresa. La riflessione è arricchita da un excursus letterario e si confronta con l’analisi del profondo.
La frattura originaria. Riflessioni intorno alla condizione umana postedenica
CISLAGHI, Alessandra
2006-01-01
Abstract
Il concetto di frattura vale ontologicamente, come separazione rispetto all’origine. Collocandosi nell’alveo dell’ermeneutica pareysoniana, questo libro ripercorre le tracce di uno dei miti fondatori dell'Occidente: il mito edenico di creazione e caduta e la conseguente storia del peccato originale. L’incipit è dato dalla riflessione kierkegaardiana intorno alla scissione, interna all’individuo umano, dell’io alla ricerca di sé: La ripresa e La malattia per la morte sono i testi di Kierkegaard al centro dell'indagine. Lo studio mette quindi a confronto due filoni interpretativi circa la questione dell’origine: quello della caduta come perdita e quello dell’uscita dall’origine come guadagno. Campeggia la complessità dell’interpretazione hegeliana, cui si accosta una lettura di Tommaso, scevra da dogmatismi, per superare il timore – fatto valere da Ricoeur – che le qualità più che naturali dell’uomo edenico siano altro dalla pienezza possibile della condizione umana esperita qui e ora. La questione di una frattura ontologica, ossia di una tensione rispetto alla pienezza originaria, pensata come costitutiva, e quindi insieme come prima e destinale, è dicibile attraverso la voce degli autori citati, chiamati in causa due volte, dapprima riguardo al momento della caduta e una seconda per quello della ripresa. La riflessione è arricchita da un excursus letterario e si confronta con l’analisi del profondo.Pubblicazioni consigliate
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