A cinque anni dalla scomparsa di Maria Elena Reina il «Centro Studi Chimaera» ha voluto rendere omaggio alla sua fondatrice raccogliendo in un unico volume gli scritti che la studiosa milanese, in mezzo secolo di ricerche, ci ha lasciato sotto forma di articoli su riviste e di saggi su volumi collettanei. Si tratta di una produzione scientifica ben nota, per la solidità ed il rigore che la contraddistinguono, a quanti, in Italia e all’estero, si occupano di storia della filosofia medievale ed in particolare di pensiero trecentesco. I curatori tuttavia hanno inteso non soltanto rendere ora più facilmente accessibili gli scritti che, insieme con i libri, costituiscono l’espressione quantitativamente e qualitativamente più rilevante degli studi della Reina, ma ripubblicarne anche quei contributi degli anni Cinquanta, riguardanti temi di filosofia moderna e contemporanea, in cui si rivela una formazione filosofica e storiografica di ampio respiro: quella che si era per lei compiuta nell’Università statale di Milano, sotto la guida di Mario Dal Pra e nella collaborazione con la «Rivista di storia della filosofia», prima del suo passaggio a Trieste, dove per quasi trent’anni insegnò Storia della filosofia medievale,comunicando ai propri allievi non solo la serietà storiografica di un approccio filologico al testo, ma prima ancora una forte passione per lo studio delle discipline umanistiche, come arginea tutte le insorgenze di nuove barbarie nella nostra vita civile e nella nostra cultura. L’itinerario di studio qui ripercorso è segnato da un profondo interesse per l’opera di Buridano: nel suo ultimo libro (Hoc hic et nunc. Buridano, Marsilio di Inghen e la conoscenza del singolare, Olschki 2002) la Reina si confrontò in maniera lucida e penetrante con tutte le ricerche recenti sul filosofo picardo, alle quali quarant’anni prima lei stessa aveva aperto la strada con l’edizione del Tractatus de suppositionibus e vari saggi. Ne costituiscono in qualche modo la preparazione gli studi degli anni Novanta sull’ambiente parigino (Marsilio e Tommaso di Strasburgo), seguiti ai lavori dei due decenni precedenti sui dibattiti oxoniensi post-scotisti e post-occamisti, dedicati soprattutto a Walter Chatton e Adam Wodeham.
Res et signa. Studi di Maria Elena Reina
COVA, LUCIANO;
2010-01-01
Abstract
A cinque anni dalla scomparsa di Maria Elena Reina il «Centro Studi Chimaera» ha voluto rendere omaggio alla sua fondatrice raccogliendo in un unico volume gli scritti che la studiosa milanese, in mezzo secolo di ricerche, ci ha lasciato sotto forma di articoli su riviste e di saggi su volumi collettanei. Si tratta di una produzione scientifica ben nota, per la solidità ed il rigore che la contraddistinguono, a quanti, in Italia e all’estero, si occupano di storia della filosofia medievale ed in particolare di pensiero trecentesco. I curatori tuttavia hanno inteso non soltanto rendere ora più facilmente accessibili gli scritti che, insieme con i libri, costituiscono l’espressione quantitativamente e qualitativamente più rilevante degli studi della Reina, ma ripubblicarne anche quei contributi degli anni Cinquanta, riguardanti temi di filosofia moderna e contemporanea, in cui si rivela una formazione filosofica e storiografica di ampio respiro: quella che si era per lei compiuta nell’Università statale di Milano, sotto la guida di Mario Dal Pra e nella collaborazione con la «Rivista di storia della filosofia», prima del suo passaggio a Trieste, dove per quasi trent’anni insegnò Storia della filosofia medievale,comunicando ai propri allievi non solo la serietà storiografica di un approccio filologico al testo, ma prima ancora una forte passione per lo studio delle discipline umanistiche, come arginea tutte le insorgenze di nuove barbarie nella nostra vita civile e nella nostra cultura. L’itinerario di studio qui ripercorso è segnato da un profondo interesse per l’opera di Buridano: nel suo ultimo libro (Hoc hic et nunc. Buridano, Marsilio di Inghen e la conoscenza del singolare, Olschki 2002) la Reina si confrontò in maniera lucida e penetrante con tutte le ricerche recenti sul filosofo picardo, alle quali quarant’anni prima lei stessa aveva aperto la strada con l’edizione del Tractatus de suppositionibus e vari saggi. Ne costituiscono in qualche modo la preparazione gli studi degli anni Novanta sull’ambiente parigino (Marsilio e Tommaso di Strasburgo), seguiti ai lavori dei due decenni precedenti sui dibattiti oxoniensi post-scotisti e post-occamisti, dedicati soprattutto a Walter Chatton e Adam Wodeham.Pubblicazioni consigliate
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