Negli ultimi diversi importanti distretti industriali hanno mostrato una forte riduzione nella propria potenza competitiva, con la conseguente uscita dal mercato di numerose PMI e l’abbandono dei relativi siti produttivi. Questa transizione strutturale dei distretti, affievolita solo dalla sopravvivenza di poche imprese capaci di evolversi, pone le premesse per un profondo cambio della “funzione” economica dominante dei territori distrettuali, con conseguenze potenzialmente forti anche sul piano della trasformazione immobiliare. I distretti, però sono caratterizzati da notevoli specificità; proprio per la permanenza di quelle “reti dense” e di quelle “istituzioni” sviluppate precedentemente, è allora possibile che anche la “rivalorizzazione” segua percorsi peculiari, basandosi su strategie territoriali particolarmente coerenti, auto-promosse dalle forze interne alle ex-reti distrettuali interessate a ottimizzare nel lungo periodo le potenzialità dei capitali fissi del distretto, sia per quanto concerne i valori immobiliari quantitativi che quelli, qualitativi, della “collettività sociale” del distretto. L’esistenza di specifici quadri giuridici legati al riconoscimento formale del distretto potrebbe contribuire ulteriormente a tale evoluzione. Essendo molti distretti industriali caratterizzati storicamente da una stretta compenetrazione fra tessuto industriale e abitativo e da caratteri di “centralità secondarie”, uno sviluppo con una forte componente di residenziale sembra un’opportunità effettiva. Tuttavia, in considerazione del contesto fondamentalmente “industriale” di base, la condizione per ottenere un risultato ottimale in termini di attrazione sarà la capacità di generare in modo coerente e diffuso un’elevata qualità unitaria dell’intero “territorio per l’abitare”, superando, proprio grazie a progetti fortemente condivisi e unitari a livello di “comunità di distretto”, approcci frammentati legati alla singola proprietà fondiaria industriale. In questa direzione si collocano i ragionamenti avviati da alcune realtà distrettuali per attivare processi strategici diretti alla ri-valorizzazione dei contesti, all’interno di cornici tese a definire – in collaborazione giuridica e economica con le amministrazioni pubbliche - le forme dell’intervento “governato”, nonché gli standard (qualità ambientale, urbanistica e edilizia) capaci di massimizzare il potenziale economico e di benessere sociale. Il contributo presente affrontata il tema dei potenziali di “ri-sviluppo governato” delle aree dei distretti, discutendone le premesse economiche, tecniche, sociali, culturali, nonché i possibili percorsi e modelli di “patti” fra pubblico, privato e meta-privato (associazioni), riportando come “caso studio” di riferimento il processo avviato nell’ambito del “Distretto della Sedia” di Manzano (Udine), attuato in collaborazione con l’Università di Trieste, sotto la direzione dell’autore.

Riabitare I distretti industriali? Le prospettive economiche e urbanistiche di risviluppo residenziale “governato” delle aree dei distretti industriali, con un caso studio sul “Triangolo della sedia” del Manzanese

TORBIANELLI, VITTORIO ALBERTO
2011-01-01

Abstract

Negli ultimi diversi importanti distretti industriali hanno mostrato una forte riduzione nella propria potenza competitiva, con la conseguente uscita dal mercato di numerose PMI e l’abbandono dei relativi siti produttivi. Questa transizione strutturale dei distretti, affievolita solo dalla sopravvivenza di poche imprese capaci di evolversi, pone le premesse per un profondo cambio della “funzione” economica dominante dei territori distrettuali, con conseguenze potenzialmente forti anche sul piano della trasformazione immobiliare. I distretti, però sono caratterizzati da notevoli specificità; proprio per la permanenza di quelle “reti dense” e di quelle “istituzioni” sviluppate precedentemente, è allora possibile che anche la “rivalorizzazione” segua percorsi peculiari, basandosi su strategie territoriali particolarmente coerenti, auto-promosse dalle forze interne alle ex-reti distrettuali interessate a ottimizzare nel lungo periodo le potenzialità dei capitali fissi del distretto, sia per quanto concerne i valori immobiliari quantitativi che quelli, qualitativi, della “collettività sociale” del distretto. L’esistenza di specifici quadri giuridici legati al riconoscimento formale del distretto potrebbe contribuire ulteriormente a tale evoluzione. Essendo molti distretti industriali caratterizzati storicamente da una stretta compenetrazione fra tessuto industriale e abitativo e da caratteri di “centralità secondarie”, uno sviluppo con una forte componente di residenziale sembra un’opportunità effettiva. Tuttavia, in considerazione del contesto fondamentalmente “industriale” di base, la condizione per ottenere un risultato ottimale in termini di attrazione sarà la capacità di generare in modo coerente e diffuso un’elevata qualità unitaria dell’intero “territorio per l’abitare”, superando, proprio grazie a progetti fortemente condivisi e unitari a livello di “comunità di distretto”, approcci frammentati legati alla singola proprietà fondiaria industriale. In questa direzione si collocano i ragionamenti avviati da alcune realtà distrettuali per attivare processi strategici diretti alla ri-valorizzazione dei contesti, all’interno di cornici tese a definire – in collaborazione giuridica e economica con le amministrazioni pubbliche - le forme dell’intervento “governato”, nonché gli standard (qualità ambientale, urbanistica e edilizia) capaci di massimizzare il potenziale economico e di benessere sociale. Il contributo presente affrontata il tema dei potenziali di “ri-sviluppo governato” delle aree dei distretti, discutendone le premesse economiche, tecniche, sociali, culturali, nonché i possibili percorsi e modelli di “patti” fra pubblico, privato e meta-privato (associazioni), riportando come “caso studio” di riferimento il processo avviato nell’ambito del “Distretto della Sedia” di Manzano (Udine), attuato in collaborazione con l’Università di Trieste, sotto la direzione dell’autore.
2011
9780000000002
http://www.planum.net
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