Una valutazione attendibile dello scuotimento del suolo, eventualmente comprendente indicazioni temporali, è essenziale per pianificare azioni efficaci di mitigazione del rischio sismico. La capacità di anticipare lo scuotimento associato ai terremoti futuri, in ogni caso, deve essere provata mediante un rigoroso processo di validazione. Il terremoto del 20 maggio 2012, in Emilia, ha evidenziato un problema generale nelle mappe di pericolosità sismica (Peresan & Panza, 2012) definite secondo il classico approccio probabilistico (probabilistic seismic hazard assessment, PSHA). L’evento si è verificato in un’area classificata a “bassa pericolosità sismica” nella attuale mappa nazionale, pubblicata nel 2004 (Gruppo di Lavoro, 2004). L’ultima revisione della classificazione sismica era stata motivata dal terremoto di S. Giuliano di Puglia del 31/10/2002, avvenuto anch’esso in un’area precedentemente definita a bassa pericolosità sismica. La precedente classificazione era stata a sua volta aggiornata nel 1981-1984, dopo che le precedenti mappe avevano mancato il terremoto dell’Irpinia del 1980. Dunque, sebbene le mappe di pericolosità abbiano l’intento di “prevedere” la pericolosità associata ai possibili terremoti futuri, tali mappe hanno dovuto essere sistematicamente aggiornate dopo aver mancato un forte terremoto. Questo equivale a chiudere il recinto dopo che i buoi sono fuggiti. E’ quindi doveroso chiedersi: a cosa servono tali mappe?
Scenari Neo-deterministici Di Pericolosità Sismica (NDSHA) Dipendenti Dal Tempo
PERESAN, ANTONELLA;PANZA, GIULIANO
2013-01-01
Abstract
Una valutazione attendibile dello scuotimento del suolo, eventualmente comprendente indicazioni temporali, è essenziale per pianificare azioni efficaci di mitigazione del rischio sismico. La capacità di anticipare lo scuotimento associato ai terremoti futuri, in ogni caso, deve essere provata mediante un rigoroso processo di validazione. Il terremoto del 20 maggio 2012, in Emilia, ha evidenziato un problema generale nelle mappe di pericolosità sismica (Peresan & Panza, 2012) definite secondo il classico approccio probabilistico (probabilistic seismic hazard assessment, PSHA). L’evento si è verificato in un’area classificata a “bassa pericolosità sismica” nella attuale mappa nazionale, pubblicata nel 2004 (Gruppo di Lavoro, 2004). L’ultima revisione della classificazione sismica era stata motivata dal terremoto di S. Giuliano di Puglia del 31/10/2002, avvenuto anch’esso in un’area precedentemente definita a bassa pericolosità sismica. La precedente classificazione era stata a sua volta aggiornata nel 1981-1984, dopo che le precedenti mappe avevano mancato il terremoto dell’Irpinia del 1980. Dunque, sebbene le mappe di pericolosità abbiano l’intento di “prevedere” la pericolosità associata ai possibili terremoti futuri, tali mappe hanno dovuto essere sistematicamente aggiornate dopo aver mancato un forte terremoto. Questo equivale a chiudere il recinto dopo che i buoi sono fuggiti. E’ quindi doveroso chiedersi: a cosa servono tali mappe?Pubblicazioni consigliate
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