L’autonomia abitativa della persona affetta da disabilità psichica è uno degli obiettivi a cui sempre più spesso si cerca di dare risposta. Nei percorsi già in atto è generalmente percepita la necessità di fornire delle competenze di base – ai diversamente abili ed agli educatori di riferimento - in modo tale che l’autonomia diventi effettiva. La Coop. Sociale Lybra e l’Opera Villaggio del Fanciullo di Trieste, con la supervisione del GRES*, hanno predisposto il progetto “Far da sé” con l’intento di analizzare quali fossero le competenze e le conoscenze delle persone affette da disabilità psichica (PDP) in merito alle cinque macro aree d’interesse: la gestione del denaro, la conoscenza e la conservazione degli alimenti, la pulizia e la gestione della casa, la percezione dei rischi associati all’ambiente domestico e l’utilizzo dei servizi cittadini. Lo strumento d’indagine era composto da due schede questionario – una per gli utenti in formazione (UIF) e l’altra per gli educatori ed i caregiver (EdR) – la cui compilazione è stata proposta ad entrambe le popolazioni prima del corso di formazione ed a distanza di tre mesi dal suo completamento. Durante il corso è stata compiuta un’analisi di processo tramite il monitoraggio in itinere delle conoscenze e del grado di soddisfazione dei partecipanti. Il percorso formativo, si è avvalso di due metodologie, una frontale e l’altra pratica, per un totale di 24 incontri distribuiti nell’arco di otto settimane. Il progetto prevedeva di avvalersi anche di un supporto psicologico che veniva fornito singolarmente ai partecipanti (EdR e UIF) La partecipazione, lo spirito critico, il coinvolgimento, l’attenzione e la motivazione manifestate dagli UIF sono state talune volte sorprendenti, molto elevate ed in grado di arricchire la riflessione comune (UIF e EdR), il percorso e la qualità dell’offerta formativa. Per quanto sia difficile generalizzare, alcuni componenti del gruppo PDP hanno manifestato chiaramente dei miglioramenti in merito alle conoscenze, a taluni comportamenti ed in genere hanno dimostrato e manifestato un generale gradimento nei confronti dell’attività svolta. Le criticità più importanti riscontrate sono riconducibili alla limitata adesione e collaborazione degli EdR che, solo in parte si sono rivelati disponibili a collaborare attivamente ed a rispondere alle richieste del progetto. Questo progetto, per sua natura sperimentale, così come consigliato dal Piano Nazionale della Prevenzione, ha consentito di: a) fare una accurata analisi dei bisogni dei PDP ed una valutazione obiettiva e puntuale degli stessi; b) identificare delle buone pratiche in grado di dare risposte alle esigenze espresse dai PDP; c) stimolare il coinvolgimento attivo delle EdR che nel vivere quotidiano affiancano e supportano le persone affette da disabilità psichica; d)predisporre ed ottimizzare dei canali comunicativi e pedagogici che favoriscano una relazione empatica e costruttiva fra i PDP ed i EdR.

“Far da sé”: una proposta per progettare l’autonomia abitativa della persona con disabilità psichica

LEON, LUCA;MODONUTTI, GIOVANNI BATTISTA;
2013-01-01

Abstract

L’autonomia abitativa della persona affetta da disabilità psichica è uno degli obiettivi a cui sempre più spesso si cerca di dare risposta. Nei percorsi già in atto è generalmente percepita la necessità di fornire delle competenze di base – ai diversamente abili ed agli educatori di riferimento - in modo tale che l’autonomia diventi effettiva. La Coop. Sociale Lybra e l’Opera Villaggio del Fanciullo di Trieste, con la supervisione del GRES*, hanno predisposto il progetto “Far da sé” con l’intento di analizzare quali fossero le competenze e le conoscenze delle persone affette da disabilità psichica (PDP) in merito alle cinque macro aree d’interesse: la gestione del denaro, la conoscenza e la conservazione degli alimenti, la pulizia e la gestione della casa, la percezione dei rischi associati all’ambiente domestico e l’utilizzo dei servizi cittadini. Lo strumento d’indagine era composto da due schede questionario – una per gli utenti in formazione (UIF) e l’altra per gli educatori ed i caregiver (EdR) – la cui compilazione è stata proposta ad entrambe le popolazioni prima del corso di formazione ed a distanza di tre mesi dal suo completamento. Durante il corso è stata compiuta un’analisi di processo tramite il monitoraggio in itinere delle conoscenze e del grado di soddisfazione dei partecipanti. Il percorso formativo, si è avvalso di due metodologie, una frontale e l’altra pratica, per un totale di 24 incontri distribuiti nell’arco di otto settimane. Il progetto prevedeva di avvalersi anche di un supporto psicologico che veniva fornito singolarmente ai partecipanti (EdR e UIF) La partecipazione, lo spirito critico, il coinvolgimento, l’attenzione e la motivazione manifestate dagli UIF sono state talune volte sorprendenti, molto elevate ed in grado di arricchire la riflessione comune (UIF e EdR), il percorso e la qualità dell’offerta formativa. Per quanto sia difficile generalizzare, alcuni componenti del gruppo PDP hanno manifestato chiaramente dei miglioramenti in merito alle conoscenze, a taluni comportamenti ed in genere hanno dimostrato e manifestato un generale gradimento nei confronti dell’attività svolta. Le criticità più importanti riscontrate sono riconducibili alla limitata adesione e collaborazione degli EdR che, solo in parte si sono rivelati disponibili a collaborare attivamente ed a rispondere alle richieste del progetto. Questo progetto, per sua natura sperimentale, così come consigliato dal Piano Nazionale della Prevenzione, ha consentito di: a) fare una accurata analisi dei bisogni dei PDP ed una valutazione obiettiva e puntuale degli stessi; b) identificare delle buone pratiche in grado di dare risposte alle esigenze espresse dai PDP; c) stimolare il coinvolgimento attivo delle EdR che nel vivere quotidiano affiancano e supportano le persone affette da disabilità psichica; d)predisporre ed ottimizzare dei canali comunicativi e pedagogici che favoriscano una relazione empatica e costruttiva fra i PDP ed i EdR.
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