Dopo diversi anni passati a studiare e proporre strategie didattiche per gli allievi con difficoltà di calcolo, proprio attraverso gli allievi ciechi si scopre un diverso modo di affrontare la matematica, che da “bestia nera” delle materie curricolari diventa presenza costante nel quotidiano di ogni persona. Non è la matematica ad essere ostica, ma il linguaggio usato per trattarla. Esiste una matematica senza numeri? O una matematica che non si vede? Proprio i ciechi insegnano che “certe cose è meglio non vederle”, come autorevoli esperti (ciechi) testimoniano. In tale accezione la matematica può diventare parte integrante dell’educazione quotidiana, come vero e proprio strumento; da parte loro, a nessun cieco è precluso lo studio della matematica: ogni giovane cieco è in grado di comprenderla e studiarla, a patto che si persegua con lui una vera autonomia personale. Nel processo di autonomia personale del cieco, come diversamente abile, la matematica innesca un circolo virtuoso: da mediatore educativo a chiave di lettura e rappresentazione della realtà, rappresentazione che incrementa la sua autonomia.

Ciechi... per la matematica? perché certe cose è meglio non vederle

CORSI, FABIO
2009-01-01

Abstract

Dopo diversi anni passati a studiare e proporre strategie didattiche per gli allievi con difficoltà di calcolo, proprio attraverso gli allievi ciechi si scopre un diverso modo di affrontare la matematica, che da “bestia nera” delle materie curricolari diventa presenza costante nel quotidiano di ogni persona. Non è la matematica ad essere ostica, ma il linguaggio usato per trattarla. Esiste una matematica senza numeri? O una matematica che non si vede? Proprio i ciechi insegnano che “certe cose è meglio non vederle”, come autorevoli esperti (ciechi) testimoniano. In tale accezione la matematica può diventare parte integrante dell’educazione quotidiana, come vero e proprio strumento; da parte loro, a nessun cieco è precluso lo studio della matematica: ogni giovane cieco è in grado di comprenderla e studiarla, a patto che si persegua con lui una vera autonomia personale. Nel processo di autonomia personale del cieco, come diversamente abile, la matematica innesca un circolo virtuoso: da mediatore educativo a chiave di lettura e rappresentazione della realtà, rappresentazione che incrementa la sua autonomia.
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