Il numero di "Genesis" dedicato a "Femminismi senza frontiere" analizza le specifiche forme di attivismo femminile e queer che sono emerse a livello inter/transnazionale nel lungo Novecento. A partire da un riconoscimento dei limiti e delle costrizioni imposti alle donne e ai soggetti lgbtq all’interno della dimensione nazionale, e nella stessa definizione di cittadinanza, il volume si sofferma sugli spazi di azione da loro affermati nella sfera inter/transnazionale, anche per conquistare diritti e forme di emancipazione a livello nazionale. Come hanno sottolineato vari studi, sin dalla prima metà dell’800 la dimensione inter/transnazionale ha costituito un campo d’azione privilegiato per i movimenti delle donne, permettendo loro di costruire uno spazio politico e sociale che non era immaginabile all’interno della nazione. Alcune tra le più importanti lotte portate avanti nel corso dell’800 e poi nel ’900, tra cui quella per il suffragio femminile, si sono svolte proprio su scala internazionale, e hanno portato alla formazione di importanti network femminili. Proprio a livello inter/transnazionale, d’altra parte, è emerso lo stretto nesso esistente tra la razza e l’identità di genere. Sin dalla metà dell’800, infatti, la lotta per i diritti delle donne si è intrecciata con la lotta contro la schiavitù, collocandosi nel contesto dell’economia atlantica che legava strettamente tra loro l’Africa con le Americhe e con la Gran Bretagna. Allo stesso modo, i movimenti lgbtq hanno trovato nella dimensione inter/transnazionale uno spazio di azione necessario per mettere in discussione le forme di discriminazione ed esclusione presenti a livello nazionale. Forse più di altri gruppi, essi si sono costituiti da subito come una comunità globale, se pur differenziata al proprio interno, che trascende i confini nazionali.
Femminismi senza frontiere
BINI, ELISABETTA;
2009-01-01
Abstract
Il numero di "Genesis" dedicato a "Femminismi senza frontiere" analizza le specifiche forme di attivismo femminile e queer che sono emerse a livello inter/transnazionale nel lungo Novecento. A partire da un riconoscimento dei limiti e delle costrizioni imposti alle donne e ai soggetti lgbtq all’interno della dimensione nazionale, e nella stessa definizione di cittadinanza, il volume si sofferma sugli spazi di azione da loro affermati nella sfera inter/transnazionale, anche per conquistare diritti e forme di emancipazione a livello nazionale. Come hanno sottolineato vari studi, sin dalla prima metà dell’800 la dimensione inter/transnazionale ha costituito un campo d’azione privilegiato per i movimenti delle donne, permettendo loro di costruire uno spazio politico e sociale che non era immaginabile all’interno della nazione. Alcune tra le più importanti lotte portate avanti nel corso dell’800 e poi nel ’900, tra cui quella per il suffragio femminile, si sono svolte proprio su scala internazionale, e hanno portato alla formazione di importanti network femminili. Proprio a livello inter/transnazionale, d’altra parte, è emerso lo stretto nesso esistente tra la razza e l’identità di genere. Sin dalla metà dell’800, infatti, la lotta per i diritti delle donne si è intrecciata con la lotta contro la schiavitù, collocandosi nel contesto dell’economia atlantica che legava strettamente tra loro l’Africa con le Americhe e con la Gran Bretagna. Allo stesso modo, i movimenti lgbtq hanno trovato nella dimensione inter/transnazionale uno spazio di azione necessario per mettere in discussione le forme di discriminazione ed esclusione presenti a livello nazionale. Forse più di altri gruppi, essi si sono costituiti da subito come una comunità globale, se pur differenziata al proprio interno, che trascende i confini nazionali.Pubblicazioni consigliate
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