L’attività mineraria è tra le attività industriali che maggiormente possono generare un rilevante impatto ambientale. La dispersione nell’ambiente di elementi tossici come i metalli pesanti è senz’altro l’impatto più rilevante. Nell’ultimo trentennio, la necessità di coniugare le attività produttive e lo sviluppo economico con la salvaguardia dell’ambiente ha stimolato, soprattutto in paesi come USA, Canada e Australia, numerosi studi volti a comprendere i meccanismi della dispersione e conseguente mappatura degli elementi tossici in conseguenza dell’attività mineraria, al fine di prevedere e prevenire le conseguenze, e/o proporre idonee misure di contenimento e risanamento. In questo contesto si inseriscono diversi studi che hanno come obiettivo quello di caratterizzare in maniera alternativa ed efficace queste aree inquinate, mediante tecniche di remote and proximal sensing. Soprattutto negli Stati Uniti, si è visto un crescente interesse nel utilizzo dei dati spettrali telerilevati per supportare la caratterizzazione e la bonifica di siti minerari inquinati, questo tipo di approccio aumenta l’efficienza del processo di risanamento del sito, risparmiando tempo e risorse preziose. In Italia sono pochi gli studi in tal senso e questo studio vuole essere un contributo in questo settore, utilizzando dei nuovi dati satellitari. L’area di studio è il distretto minerario delle Colline metallifere investigate con dati RapidEye, una costellazione di 5 satelliti artificiali eliosincroni allineati sulla stessa orbita e perfettamente identici che permettono l’acquisizione d’immagini alla risoluzione di 5 metri e in 5 bande multispettrali dal visibile al vicino infrarosso. L’analisi dei dati RapidEye mediante l’algoritmo SAM (Spectral Angle Mapper), che prevede l’utilizzo di una libreria di firme spettrali di minerali, ha consentito di mappare i principali minerali presenti nell’area. Quanto rilevato è in accordo con i dati di bibliografia e con i primi rilievi sul campo, tuttavia maggiori informazioni e conferme saranno possibili con il prosieguo della ricerca che prevede il prelievo dei campioni per le analisi mineralogiche – geochimiche.

Le immagini RapidEye nello studio del distretto minerario delle Colline metallifere

BEVILACQUA, PAOLO;
2013-01-01

Abstract

L’attività mineraria è tra le attività industriali che maggiormente possono generare un rilevante impatto ambientale. La dispersione nell’ambiente di elementi tossici come i metalli pesanti è senz’altro l’impatto più rilevante. Nell’ultimo trentennio, la necessità di coniugare le attività produttive e lo sviluppo economico con la salvaguardia dell’ambiente ha stimolato, soprattutto in paesi come USA, Canada e Australia, numerosi studi volti a comprendere i meccanismi della dispersione e conseguente mappatura degli elementi tossici in conseguenza dell’attività mineraria, al fine di prevedere e prevenire le conseguenze, e/o proporre idonee misure di contenimento e risanamento. In questo contesto si inseriscono diversi studi che hanno come obiettivo quello di caratterizzare in maniera alternativa ed efficace queste aree inquinate, mediante tecniche di remote and proximal sensing. Soprattutto negli Stati Uniti, si è visto un crescente interesse nel utilizzo dei dati spettrali telerilevati per supportare la caratterizzazione e la bonifica di siti minerari inquinati, questo tipo di approccio aumenta l’efficienza del processo di risanamento del sito, risparmiando tempo e risorse preziose. In Italia sono pochi gli studi in tal senso e questo studio vuole essere un contributo in questo settore, utilizzando dei nuovi dati satellitari. L’area di studio è il distretto minerario delle Colline metallifere investigate con dati RapidEye, una costellazione di 5 satelliti artificiali eliosincroni allineati sulla stessa orbita e perfettamente identici che permettono l’acquisizione d’immagini alla risoluzione di 5 metri e in 5 bande multispettrali dal visibile al vicino infrarosso. L’analisi dei dati RapidEye mediante l’algoritmo SAM (Spectral Angle Mapper), che prevede l’utilizzo di una libreria di firme spettrali di minerali, ha consentito di mappare i principali minerali presenti nell’area. Quanto rilevato è in accordo con i dati di bibliografia e con i primi rilievi sul campo, tuttavia maggiori informazioni e conferme saranno possibili con il prosieguo della ricerca che prevede il prelievo dei campioni per le analisi mineralogiche – geochimiche.
2013
978-88-903132-8-8
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11368/2835349
 Avviso

Registrazione in corso di verifica.
La registrazione di questo prodotto non è ancora stata validata in ArTS.

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact