Restando nella metafora biologica che delinea il filo conduttore del Convegno, si vuole dimostrare come l’ambiente in cui oggi le biblioteche si collocano e operano non richieda ancora una mutazione genetica ai fini della loro sopravvivenza. L’avvento del digitale ha cambiato e sta cambiando molto rapidamente i linguaggi e le modalità con cui le biblioteche comunicano e interagiscono con l’ambiente esterno. Ma il loro fenotipo non è cambiato, si è solo arricchito. Questa argomentazione è supportata da un’esperienza concreta posta in essere presso la Biblioteca Tecnico Scientifica dell’Università degli studi di Trieste. Si è voluto verificare se e in quale misura l’incremento dei dati descrittivi nel catalogo ACNP delle collezioni storico-cartacee esistenti, abbia prodotto un aumento delle richieste di document delivery. L’operazione è iniziata alla fine del 2012 ed è ancora in fase di sviluppo, ma il monitoraggio delle transazioni di fornitura dei documenti effettuate con il servizio NILDE nel 2013 non lascia margine a dubbi: una biblioteca accademica trova anche nelle proprie collezioni storiche e rare una ragion d’essere in un ambiente sempre più digitale, quando valorizzandole ne dà visibilità in Web e le rende disponibili con i servizi di interscambio dei documenti. L’ambiente digitale non chiede dunque alle biblioteche una mutazione genetica, ma quella continua capacità di adattamento ai cambiamenti che da sempre è la garanzia di sopravvivenza delle specie in ogni ecosistema. Referring to the biological metaphor that outlines the main theme of the conference, this paper shows how the environment where today’s libraries operate does not yet require a genetic mutation for their survival. The advent of digital technology has been quickly changing the languages and the modalities used by libraries to communicate and interact with the external environment. But their phenotype has not changed, it is only richer. This idea is supported by a concrete experience developed at the Scientific Technical Library of the University of Trieste. The purpose was to verify whether and to what extent the increase of descriptive data of paper historical collections in the ACNP catalogue has increased the requests for document delivery. The operation began in late 2012 and is still under development, but the monitoring of transactions for the supply of documents through the NILDE service in 2013 leaves no doubts: its historic and rare collections are among the reasons why a library will still exist in an increasingly digital environment, if their valorization makes them more easily retrieved through the web and available through the ILL services. Therefore, in the digital environment, libraries do not require a genetic mutation but a constant ability to adapt to changes, which has always been a guarantee of survival for the species in any ecosystem.

La sopravvivenza delle biblioteche nell’era digitale richiede una mutazione genetica?

COCEVER, CRISTINA;CHIANDONI, MARCO
2015-01-01

Abstract

Restando nella metafora biologica che delinea il filo conduttore del Convegno, si vuole dimostrare come l’ambiente in cui oggi le biblioteche si collocano e operano non richieda ancora una mutazione genetica ai fini della loro sopravvivenza. L’avvento del digitale ha cambiato e sta cambiando molto rapidamente i linguaggi e le modalità con cui le biblioteche comunicano e interagiscono con l’ambiente esterno. Ma il loro fenotipo non è cambiato, si è solo arricchito. Questa argomentazione è supportata da un’esperienza concreta posta in essere presso la Biblioteca Tecnico Scientifica dell’Università degli studi di Trieste. Si è voluto verificare se e in quale misura l’incremento dei dati descrittivi nel catalogo ACNP delle collezioni storico-cartacee esistenti, abbia prodotto un aumento delle richieste di document delivery. L’operazione è iniziata alla fine del 2012 ed è ancora in fase di sviluppo, ma il monitoraggio delle transazioni di fornitura dei documenti effettuate con il servizio NILDE nel 2013 non lascia margine a dubbi: una biblioteca accademica trova anche nelle proprie collezioni storiche e rare una ragion d’essere in un ambiente sempre più digitale, quando valorizzandole ne dà visibilità in Web e le rende disponibili con i servizi di interscambio dei documenti. L’ambiente digitale non chiede dunque alle biblioteche una mutazione genetica, ma quella continua capacità di adattamento ai cambiamenti che da sempre è la garanzia di sopravvivenza delle specie in ogni ecosistema. Referring to the biological metaphor that outlines the main theme of the conference, this paper shows how the environment where today’s libraries operate does not yet require a genetic mutation for their survival. The advent of digital technology has been quickly changing the languages and the modalities used by libraries to communicate and interact with the external environment. But their phenotype has not changed, it is only richer. This idea is supported by a concrete experience developed at the Scientific Technical Library of the University of Trieste. The purpose was to verify whether and to what extent the increase of descriptive data of paper historical collections in the ACNP catalogue has increased the requests for document delivery. The operation began in late 2012 and is still under development, but the monitoring of transactions for the supply of documents through the NILDE service in 2013 leaves no doubts: its historic and rare collections are among the reasons why a library will still exist in an increasingly digital environment, if their valorization makes them more easily retrieved through the web and available through the ILL services. Therefore, in the digital environment, libraries do not require a genetic mutation but a constant ability to adapt to changes, which has always been a guarantee of survival for the species in any ecosystem.
2015
9788883036392
http://hdl.handle.net/10077/10921
https://www.openstarts.units.it/dspace/handle/10077/10921
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