Argomento del Rapporto 2014 della Società Geografica Italiana è il riordino territoriale dello Stato, e in particolar modo gli interventi che potrebbero essere proficuamente operati sul suo ritaglio geografico al fine di favorire l’efficienza amministrativa, la capacità di risposta alla domanda sociale e i processi localizzati di creazione di lavoro e valore. L’applicazione della Alla luce della Legge 7 aprile 2014 n. 56, e con essa la riforma costituzionale che ha portato all’eliminazione delle province, si è avviato un processo che incide sulla geografia amministrativa del nostro Paese in misura maggiore di ogni altro intervento successivo a quelli che, nei trascorsi anni Settanta, introdussero nel nostro ordinamento le Regioni previste dalla Costituzione. La discussione del percorso che ha portato all’attuale stato delle cose e il ragionamento sui limiti dell’azione legislativa vuole sollecitare una discussione sull’assetto normativo che si va formando, in particolar modo a proposito dell’individuazione delle aree metropolitane, del soggetto “area vasta” - che il nostro ordinamento sinora si è sostanzialmente astenuto dal precisare in modo efficace - e dell’adeguamento della trama dei comuni nel solco del Tuel e della L. 56. L’obiettivo è suggerire elementi di riflessione che contribuiscano a rendere meno difficile la sfida che il nostro Paese ha oggi di fronte, e in particolare scongiurare un errore sottile ma periodico nella nostra storia non soltanto unitaria, ossia l’incongruenza del ritaglio amministrativo (quindi, in buona sostanza, dell’azione amministrativa) alla vita sociale e ai processi di creazione di ricchezza per come essi hanno realmente luogo sul territorio.. La Legge 56/2014 che, dopo un quarto di secolo, finalmente pone in atto gli incisivi interventi previsti dalla 142, è dunque il baricentro della seconda parte del Rapporto 2014. Di essa si discutono le potenzialità ma si mettono anche in evidenza i punti di debolezza. L’obiettivo, semplice, dovrebbe essere quello di mettere infine il territorio, e i territori del nostro Paese, in condizioni di contribuire a quel rilancio dell’efficienza nella produzione di ricchezza, di efficacia nell’azione amministrativa locale, di competitività di sistema e insieme di coesione territoriale di cui l’Italia oggi ha grande, urgente bisogno. Poiché la trama delle Città metropolitane e delle altre Aree Vaste previste dalla Legge 56 corrisponde al preesistente ordito provinciale, il Rapporto 2014 si incarica di mostrare, per numerose delle nostre Regioni, che l’effettiva configurazione del territorio e le esigenze delle risorse sociali, culturali e produttive che vi operano rispondono a logiche di area vasta differenti dalla vecchia mappa delle province. Ne seguono una serie di evidenze e una serie di raccomandazioni che la Società Geografica Italiana consegna volentieri al dibattito intorno al processo di attuazione della nuova disciplina delle Autonomie Locali.

Il riordino territoriale dello Stato. Scenari Italiani 2014. Rapporto annuale della Società Geografica Italiana Onlus

ZILLI, SERGIO;
2015-01-01

Abstract

Argomento del Rapporto 2014 della Società Geografica Italiana è il riordino territoriale dello Stato, e in particolar modo gli interventi che potrebbero essere proficuamente operati sul suo ritaglio geografico al fine di favorire l’efficienza amministrativa, la capacità di risposta alla domanda sociale e i processi localizzati di creazione di lavoro e valore. L’applicazione della Alla luce della Legge 7 aprile 2014 n. 56, e con essa la riforma costituzionale che ha portato all’eliminazione delle province, si è avviato un processo che incide sulla geografia amministrativa del nostro Paese in misura maggiore di ogni altro intervento successivo a quelli che, nei trascorsi anni Settanta, introdussero nel nostro ordinamento le Regioni previste dalla Costituzione. La discussione del percorso che ha portato all’attuale stato delle cose e il ragionamento sui limiti dell’azione legislativa vuole sollecitare una discussione sull’assetto normativo che si va formando, in particolar modo a proposito dell’individuazione delle aree metropolitane, del soggetto “area vasta” - che il nostro ordinamento sinora si è sostanzialmente astenuto dal precisare in modo efficace - e dell’adeguamento della trama dei comuni nel solco del Tuel e della L. 56. L’obiettivo è suggerire elementi di riflessione che contribuiscano a rendere meno difficile la sfida che il nostro Paese ha oggi di fronte, e in particolare scongiurare un errore sottile ma periodico nella nostra storia non soltanto unitaria, ossia l’incongruenza del ritaglio amministrativo (quindi, in buona sostanza, dell’azione amministrativa) alla vita sociale e ai processi di creazione di ricchezza per come essi hanno realmente luogo sul territorio.. La Legge 56/2014 che, dopo un quarto di secolo, finalmente pone in atto gli incisivi interventi previsti dalla 142, è dunque il baricentro della seconda parte del Rapporto 2014. Di essa si discutono le potenzialità ma si mettono anche in evidenza i punti di debolezza. L’obiettivo, semplice, dovrebbe essere quello di mettere infine il territorio, e i territori del nostro Paese, in condizioni di contribuire a quel rilancio dell’efficienza nella produzione di ricchezza, di efficacia nell’azione amministrativa locale, di competitività di sistema e insieme di coesione territoriale di cui l’Italia oggi ha grande, urgente bisogno. Poiché la trama delle Città metropolitane e delle altre Aree Vaste previste dalla Legge 56 corrisponde al preesistente ordito provinciale, il Rapporto 2014 si incarica di mostrare, per numerose delle nostre Regioni, che l’effettiva configurazione del territorio e le esigenze delle risorse sociali, culturali e produttive che vi operano rispondono a logiche di area vasta differenti dalla vecchia mappa delle province. Ne seguono una serie di evidenze e una serie di raccomandazioni che la Società Geografica Italiana consegna volentieri al dibattito intorno al processo di attuazione della nuova disciplina delle Autonomie Locali.
2015
9788888692937
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