Il fitoplancton è costituito da organismi vegetali microscopici con scarsa capacità di movimento che vivono in sospensione nelle acque. Questi organismi svolgono negli ecosistemi acquatici il ruolo basilare di produttori primari, per questo motivo, il fitoplancton rappresenta il primo anello della catena alimentare acquatica. Tuttavia, un eccessivo suo sviluppo, sensibile all’arricchimento in nutrienti e sostanze organiche, determina uno scadimento della qualità delle acque. La dominanza dei cianobatteri all’interno delle comunità fitoplanctoniche è una caratteristica osservabile in molti ambienti lacustri. In particolari condizioni ambientali, il loro numero può diventare tuttavia eccessivo rispetto alla densità degli altri gruppi algali, dando origine a fenomeni noti con il nome di fioriture algali. La difficoltà di prevedere lo sviluppo di una determinata popolazione algale non è tuttavia ristretta ai soli cianobatteri, ma riguarda pressoché tutti i gruppi algali, dato l’elevato numero dei fattori che controllano la crescita delle alghe in ambiente pelagico e la complessità delle loro interazioni reciproche. Non tutte le specie di cianobatteri sono tossiche per l’uomo e per gli animali; quelle più comunemente associate a tossicità sono Anabaena, Aphanizomenon, Microcystis, Nodularia, Oscillatoria, Planktothrix e Schizothrix. I cianobatteri producono almeno tre classi di tossine che sono state riconosciute nocive per la salute umana: neurotossine, epatotossine ed endotossine. Sebbene le endotossine siano più comunemente associate a tossicità nell’uomo, l’attenzione dei ricercatori si è da tempo focalizzata sugli effetti, potenzialmente letali, delle neuro ed epatotossine di cui i caratteristici meccanismi d’azione sono stati ben descritti in diversi studi. La presenza di cianobatteri nelle acque interne utilizzate per la pesca, per le attività di acquacoltura e per l’abbeveraggio degli animali rappresentano un problema sanitario emergente in tutto il mondo. La disponibilità di metodi di prova rapidi e accurati, nonché di strategie analitiche efficaci per caratterizzare la presenza di queste biotossine, rappresentano uno strumento essenziale per valutare la loro presenza negli ecosistemi acquatici. Per questo motivo, diversi kit immunoenzimatici ELISA sono stati sviluppati per l’analisi di matrici ambientali ed eventualmente di tessuti animali per la ricerca di microcistine, nodularine, cilindrospermopsine, anatossine e β-N-metilammino-L-alanina. La necessità di riscontrare in maniera tempestiva le cianotissine richiede la messa in pratica di un monitoraggio continuo negli ecosistemi lacustri per permettere l'adozione di misure di prevenzione necessarie a ridurre i rischi di morie di fauna selvatica ed i rischi tossicologici derivanti dal consumo di acqua e prodotti ittici contaminati: si descrivono alcuni esempi di monitoraggio effettuati nel corso del 2016 su ambienti lacustri piemontesi.

Utilizzo di kit immunoenzimatici per la rilevazione precoce di cianotossine responsabili di morie di ittiofauna in ecosistemi acquatici

PASTORINO, PAOLO;PIZZUL, ELISABETTA
2016-01-01

Abstract

Il fitoplancton è costituito da organismi vegetali microscopici con scarsa capacità di movimento che vivono in sospensione nelle acque. Questi organismi svolgono negli ecosistemi acquatici il ruolo basilare di produttori primari, per questo motivo, il fitoplancton rappresenta il primo anello della catena alimentare acquatica. Tuttavia, un eccessivo suo sviluppo, sensibile all’arricchimento in nutrienti e sostanze organiche, determina uno scadimento della qualità delle acque. La dominanza dei cianobatteri all’interno delle comunità fitoplanctoniche è una caratteristica osservabile in molti ambienti lacustri. In particolari condizioni ambientali, il loro numero può diventare tuttavia eccessivo rispetto alla densità degli altri gruppi algali, dando origine a fenomeni noti con il nome di fioriture algali. La difficoltà di prevedere lo sviluppo di una determinata popolazione algale non è tuttavia ristretta ai soli cianobatteri, ma riguarda pressoché tutti i gruppi algali, dato l’elevato numero dei fattori che controllano la crescita delle alghe in ambiente pelagico e la complessità delle loro interazioni reciproche. Non tutte le specie di cianobatteri sono tossiche per l’uomo e per gli animali; quelle più comunemente associate a tossicità sono Anabaena, Aphanizomenon, Microcystis, Nodularia, Oscillatoria, Planktothrix e Schizothrix. I cianobatteri producono almeno tre classi di tossine che sono state riconosciute nocive per la salute umana: neurotossine, epatotossine ed endotossine. Sebbene le endotossine siano più comunemente associate a tossicità nell’uomo, l’attenzione dei ricercatori si è da tempo focalizzata sugli effetti, potenzialmente letali, delle neuro ed epatotossine di cui i caratteristici meccanismi d’azione sono stati ben descritti in diversi studi. La presenza di cianobatteri nelle acque interne utilizzate per la pesca, per le attività di acquacoltura e per l’abbeveraggio degli animali rappresentano un problema sanitario emergente in tutto il mondo. La disponibilità di metodi di prova rapidi e accurati, nonché di strategie analitiche efficaci per caratterizzare la presenza di queste biotossine, rappresentano uno strumento essenziale per valutare la loro presenza negli ecosistemi acquatici. Per questo motivo, diversi kit immunoenzimatici ELISA sono stati sviluppati per l’analisi di matrici ambientali ed eventualmente di tessuti animali per la ricerca di microcistine, nodularine, cilindrospermopsine, anatossine e β-N-metilammino-L-alanina. La necessità di riscontrare in maniera tempestiva le cianotissine richiede la messa in pratica di un monitoraggio continuo negli ecosistemi lacustri per permettere l'adozione di misure di prevenzione necessarie a ridurre i rischi di morie di fauna selvatica ed i rischi tossicologici derivanti dal consumo di acqua e prodotti ittici contaminati: si descrivono alcuni esempi di monitoraggio effettuati nel corso del 2016 su ambienti lacustri piemontesi.
2016
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