In Italia, così come nel resto del Mondo, sono presenti specie estranee alla fauna originaria, intenzionalmente o accidentalmente immesse dall'uomo in epoca storica. All'interno del territorio italiano sono indigene 50 specie ittiche d'acqua dolce, di cui 22 endemiche o sub-endemiche. A tutt'oggi risultano inoltre presenti 51 specie aliene, per la gran parte immesse nella seconda metà del Novecento. Considerando la frequenza con cui viene introdotto materiale proveniente dall'estero, la conseguente comparsa di specie aliene nelle nostre acque dolci è sempre in aumento. L’introduzione di specie ittiche aliene è un grave problema anche per le acque piemontesi dove, su un totale di 45 specie, risultano 20 esotiche, ma si teme un ulteriore peggioramento. Misgurnus anguillicaudatus, noto con il nome comune di cobite di stagno orientale, è una specie di origine asiatica. La sua diffusione in Europa è dovuta al probabile rilascio di esemplari da acquariofilia divenuti troppo grandi per rimanere in cattività. In Piemonte la prima segnalazione è sull’Arbogna a Borgo Lavezzaro (NO). Oltre all’ovvia competizione con le altre specie di Cobitidi presenti in Italia, tra cui il raro ed endemico cobite padano (Sabanejewia larvata), questa specie, grazie anche alla riproduzione efficiente e ripetuta più volte nel corso dell’anno ed all’ampia valenza ecologica, tollerando temperature oscillanti tra 2 e i 30°C, stabilisce popolazioni numerosissime e talvolta dominanti negli ambienti in cui si insedia (corsi d'acqua di portata esigua, stagni, canali e risaie). Nei corsi d'acqua piemontesi, nel corso dei campionamenti mirati alla definizione della carta ittica, la sua frequenza di ritrovamento, rispetto al totale delle stazioni campionate (428), è passata dallo 0% nel 1989 all'1,6% nel 2009. Nel corso dell'estate 2015, 40 esemplari ascrivibili a M. angullicaudatus provenienti da un canale di scolo di una risaia di Motta dei Conti (VC) sono stati sottoposti ad analisi morfologica e genetica. Morfologicamente sono stati individuati tre tipi differenti di pattern fenotipici. Ventuno individui, selezionati all'interno dei tre pattern, sono stati sottoposti ad identificazione genetica di specie. Dall’analisi è stato possibile evidenziare l’assenza di corrispondenza tra caratteristiche morfologiche e genetiche poiché ad certo profilo genetico non corrisponde un morfotipo. La maggior parte dei campioni sono stati identificati come M. anguillicaudatus, mentre per gli altri non è stato possibile stabilire la specie, ma sono stati classificati come Misgurnus spp. Inoltre, all’interno di questo gruppo, è stato possibile evidenziare la presenza di due sottogruppi separati, sempre indipendentemente dal morfotipo di appartenenza. L’analisi genetica è stata condotta impiegando un marcatore mitocondriale (COI) quindi non si può escludere che si tratti di ibridi; per questo motivo, ulteriori studi che prevedono l’uso di marcatori nucleari saranno condotti.

Caratterizzazione morfologica e genetica di una popolazione di misgurno (Misgurnus anguillicaudatus Cantor, 1842) in Provincia di Vercelli

PASTORINO, PAOLO;
2016-01-01

Abstract

In Italia, così come nel resto del Mondo, sono presenti specie estranee alla fauna originaria, intenzionalmente o accidentalmente immesse dall'uomo in epoca storica. All'interno del territorio italiano sono indigene 50 specie ittiche d'acqua dolce, di cui 22 endemiche o sub-endemiche. A tutt'oggi risultano inoltre presenti 51 specie aliene, per la gran parte immesse nella seconda metà del Novecento. Considerando la frequenza con cui viene introdotto materiale proveniente dall'estero, la conseguente comparsa di specie aliene nelle nostre acque dolci è sempre in aumento. L’introduzione di specie ittiche aliene è un grave problema anche per le acque piemontesi dove, su un totale di 45 specie, risultano 20 esotiche, ma si teme un ulteriore peggioramento. Misgurnus anguillicaudatus, noto con il nome comune di cobite di stagno orientale, è una specie di origine asiatica. La sua diffusione in Europa è dovuta al probabile rilascio di esemplari da acquariofilia divenuti troppo grandi per rimanere in cattività. In Piemonte la prima segnalazione è sull’Arbogna a Borgo Lavezzaro (NO). Oltre all’ovvia competizione con le altre specie di Cobitidi presenti in Italia, tra cui il raro ed endemico cobite padano (Sabanejewia larvata), questa specie, grazie anche alla riproduzione efficiente e ripetuta più volte nel corso dell’anno ed all’ampia valenza ecologica, tollerando temperature oscillanti tra 2 e i 30°C, stabilisce popolazioni numerosissime e talvolta dominanti negli ambienti in cui si insedia (corsi d'acqua di portata esigua, stagni, canali e risaie). Nei corsi d'acqua piemontesi, nel corso dei campionamenti mirati alla definizione della carta ittica, la sua frequenza di ritrovamento, rispetto al totale delle stazioni campionate (428), è passata dallo 0% nel 1989 all'1,6% nel 2009. Nel corso dell'estate 2015, 40 esemplari ascrivibili a M. angullicaudatus provenienti da un canale di scolo di una risaia di Motta dei Conti (VC) sono stati sottoposti ad analisi morfologica e genetica. Morfologicamente sono stati individuati tre tipi differenti di pattern fenotipici. Ventuno individui, selezionati all'interno dei tre pattern, sono stati sottoposti ad identificazione genetica di specie. Dall’analisi è stato possibile evidenziare l’assenza di corrispondenza tra caratteristiche morfologiche e genetiche poiché ad certo profilo genetico non corrisponde un morfotipo. La maggior parte dei campioni sono stati identificati come M. anguillicaudatus, mentre per gli altri non è stato possibile stabilire la specie, ma sono stati classificati come Misgurnus spp. Inoltre, all’interno di questo gruppo, è stato possibile evidenziare la presenza di due sottogruppi separati, sempre indipendentemente dal morfotipo di appartenenza. L’analisi genetica è stata condotta impiegando un marcatore mitocondriale (COI) quindi non si può escludere che si tratti di ibridi; per questo motivo, ulteriori studi che prevedono l’uso di marcatori nucleari saranno condotti.
2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11368/2909079
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