Il barbo balcanico, Barbus balcanicus, ha un ampio areale di distribuzione nell'Europa centro orientale. In Italia, la specie è presente nel bacino del fiume Isonzo che costituisce il limite nord occidentale del suo areale di distribuzione. La specie è betonica e gregaria: infatti, solitamente forma piccoli branchi che si spostano in prossimità del fondo. Alla luce della confusione generale della sistematica e tassonomia di questa specie e, vista la somiglianza con il barbo canino, nell'ambito di uno studio mirato alla conoscenza della biologia ed ecologia di questa specie è stato eseguito un monitoraggio sanitario delle popolazioni presenti in due corsi d’acqua appartenenti al bacino dell’Isonzo: torrente Barbucina e rio Piuma. Il campionamento, effettuato mediante elettrostorditore, ha previsto il prelievo di 30 esemplari nel periodo estivo - primaverile del 2017 e del 2018. Gli esemplari sono stati stoccati in contenitori di plastica e successivamente soppressi mediante un'overdose di MS-222. L’esame colturale è stato condotto direttamente dal rene: servendosi di un’ansa sterile da batteriologia è stato effettuato il prelievo; la semina è avvenuta per striscio su terreni di primo isolamento (Agar sangue e Tryptic Soy Agar). Le piastre ottenute sono state incubate a 22 ± 2°C per un massimo di 72 ore, trascorse le quali, se non si osservava crescita, l’esame veniva considerato negativo. In caso di crescita batterica, le colonie erano sottoposte alla colorazione di Gram e al test dell’ossidasi. La successiva identificazione biochimica è stata condotta tramite le gallerie API (bioMérieux). In tutti i soggetti non sono state evidenziate anomalie, segni clinici o alterazioni patologiche, anche se in numerosi soggetti è stata evidenziata la presenza di microrganismi appartenenti al genere Aeromonas (A. hydrophila e A. sobria). È noto che tali microrganismi, ubiquitari negli ambienti acquatici, possano comportarsi in situazioni particolari da patogeni opportunisti causando patologie secondarie (ad esempio setticemie o ulcerazioni cutanee) e mortalità nei pesci. L’interpretazione degli isolamenti effettuati è da intendersi come una conseguenza alla diffusione post mortem della flora batterica comunemente presente sul tegumento e nell'apparato digerente del pesce oppure, ad abbassamento delle difese immunitarie degli stessi, con conseguente sopravvento di questi opportunisti negli organi interni come il rene. Questi tipi di monitoraggi pertanto, risultano estremamente importanti e dovrebbero essere estesi in più punti della rete fluviale e lacustre del nostro paese, in modo da conoscere le reali situazioni sanitarie delle varie popolazioni ittiche e valutare gli eventuali possibili rischi di introduzione o di trasmissione di patologie che possono veicolare.

Monitoraggio sanitario in popolazioni remote di Barbus balcanicus in Friuli-Venezia Giulia

Pastorino P.;Bertoli M.;Pizzul E.;
2018-01-01

Abstract

Il barbo balcanico, Barbus balcanicus, ha un ampio areale di distribuzione nell'Europa centro orientale. In Italia, la specie è presente nel bacino del fiume Isonzo che costituisce il limite nord occidentale del suo areale di distribuzione. La specie è betonica e gregaria: infatti, solitamente forma piccoli branchi che si spostano in prossimità del fondo. Alla luce della confusione generale della sistematica e tassonomia di questa specie e, vista la somiglianza con il barbo canino, nell'ambito di uno studio mirato alla conoscenza della biologia ed ecologia di questa specie è stato eseguito un monitoraggio sanitario delle popolazioni presenti in due corsi d’acqua appartenenti al bacino dell’Isonzo: torrente Barbucina e rio Piuma. Il campionamento, effettuato mediante elettrostorditore, ha previsto il prelievo di 30 esemplari nel periodo estivo - primaverile del 2017 e del 2018. Gli esemplari sono stati stoccati in contenitori di plastica e successivamente soppressi mediante un'overdose di MS-222. L’esame colturale è stato condotto direttamente dal rene: servendosi di un’ansa sterile da batteriologia è stato effettuato il prelievo; la semina è avvenuta per striscio su terreni di primo isolamento (Agar sangue e Tryptic Soy Agar). Le piastre ottenute sono state incubate a 22 ± 2°C per un massimo di 72 ore, trascorse le quali, se non si osservava crescita, l’esame veniva considerato negativo. In caso di crescita batterica, le colonie erano sottoposte alla colorazione di Gram e al test dell’ossidasi. La successiva identificazione biochimica è stata condotta tramite le gallerie API (bioMérieux). In tutti i soggetti non sono state evidenziate anomalie, segni clinici o alterazioni patologiche, anche se in numerosi soggetti è stata evidenziata la presenza di microrganismi appartenenti al genere Aeromonas (A. hydrophila e A. sobria). È noto che tali microrganismi, ubiquitari negli ambienti acquatici, possano comportarsi in situazioni particolari da patogeni opportunisti causando patologie secondarie (ad esempio setticemie o ulcerazioni cutanee) e mortalità nei pesci. L’interpretazione degli isolamenti effettuati è da intendersi come una conseguenza alla diffusione post mortem della flora batterica comunemente presente sul tegumento e nell'apparato digerente del pesce oppure, ad abbassamento delle difese immunitarie degli stessi, con conseguente sopravvento di questi opportunisti negli organi interni come il rene. Questi tipi di monitoraggi pertanto, risultano estremamente importanti e dovrebbero essere estesi in più punti della rete fluviale e lacustre del nostro paese, in modo da conoscere le reali situazioni sanitarie delle varie popolazioni ittiche e valutare gli eventuali possibili rischi di introduzione o di trasmissione di patologie che possono veicolare.
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