Al centro del più famoso caso di femminicidio dell'Italia post-unitaria (1896), al punto da rimanere nella memoria culturale del Paese più per l'eco del processo sul suo delitto che per la sua opera letteraria e giornalistica, l'italo britannica eva (o Evelina) Cattermole, in arte Contessa Lara, nata a Firenze nel 1849, fu certamente il personaggio affascinante e controverso noto alle cronache mondane e immortalato da d'Annunzio nelle vesti di donna Claribel, ma soprattutto fu una delle scrittrici più amate del nostro secondo Ottocento. Autrice di romanzi e di numerose novelle per i periodici, nonché curatrice di rubriche di moda e di bon ton, Evelina ha lasciato il proprio tratto peculiare soprattutto nella poesia: se infatti le necessità economiche occasionarono racconti dal differente esito estetico, Versi (1883), E ancora versi (1886) e i postumi Nuovi versi (1897) consegnano ai lettori l'elaborazione del vissuto emotivo della scrittrice, distillato dalle forme della tradizione letteraria, dal dialogo col romanticismo inglese e con le esperienze poetiche e teatrali della Parigi del suo tempo, con la musica e con le arti, tanto d'Europa quanto d'Oriente; un "adorabile miscuglio di poeta e di signora", diceva si sé stessa, divisa tra la perpetua ricerca di un amore profondo e la certezza disperata di una morte in solitudine. Il volume offre l'antologia più estesa a disposizione dei lettori, corredata da un'approfondita analisi letteraria sul completo arco lirico della poetessa, finora mai compiuta dalla critica: un lavoro che restituisce il profilo di una scrittrice di pregio, degna di essere riscoperta quale testimone privilegiato e a suo modo esemplare di quell'intreccio incandescente tra poesia e vita che infiammava i cuori e le penne nell'Italia dei salotti di età umbertina.
Eva Cattermole, Versi
Elena Rampazzo
2018-01-01
Abstract
Al centro del più famoso caso di femminicidio dell'Italia post-unitaria (1896), al punto da rimanere nella memoria culturale del Paese più per l'eco del processo sul suo delitto che per la sua opera letteraria e giornalistica, l'italo britannica eva (o Evelina) Cattermole, in arte Contessa Lara, nata a Firenze nel 1849, fu certamente il personaggio affascinante e controverso noto alle cronache mondane e immortalato da d'Annunzio nelle vesti di donna Claribel, ma soprattutto fu una delle scrittrici più amate del nostro secondo Ottocento. Autrice di romanzi e di numerose novelle per i periodici, nonché curatrice di rubriche di moda e di bon ton, Evelina ha lasciato il proprio tratto peculiare soprattutto nella poesia: se infatti le necessità economiche occasionarono racconti dal differente esito estetico, Versi (1883), E ancora versi (1886) e i postumi Nuovi versi (1897) consegnano ai lettori l'elaborazione del vissuto emotivo della scrittrice, distillato dalle forme della tradizione letteraria, dal dialogo col romanticismo inglese e con le esperienze poetiche e teatrali della Parigi del suo tempo, con la musica e con le arti, tanto d'Europa quanto d'Oriente; un "adorabile miscuglio di poeta e di signora", diceva si sé stessa, divisa tra la perpetua ricerca di un amore profondo e la certezza disperata di una morte in solitudine. Il volume offre l'antologia più estesa a disposizione dei lettori, corredata da un'approfondita analisi letteraria sul completo arco lirico della poetessa, finora mai compiuta dalla critica: un lavoro che restituisce il profilo di una scrittrice di pregio, degna di essere riscoperta quale testimone privilegiato e a suo modo esemplare di quell'intreccio incandescente tra poesia e vita che infiammava i cuori e le penne nell'Italia dei salotti di età umbertina.Pubblicazioni consigliate
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