I sedimenti rappresentano la principale sede di accumulo di specie chimiche organiche ed inorganiche veicolate dalle acque fluviali alle aree marino-costiere. Svariati sono gli studi incentrati sulla geochimica dei sedimenti in termini di presenza, distribuzione e mobilità di contaminanti organici ed elementi in tracce potenzialmente tossici (Covelli et al., 2001). Tuttavia, poche sono le informazioni ad oggi esistenti relativamente a quelli che vengono definiti contaminanti emergenti, tra cui rientrano gli elementi delle Terre Rare (Rare Earth Elements, REE). Le REE comprendono 17 elementi metallici che includono l’intera serie dei lantanidi, unitamente allo scandio (Sc) e all’ittrio (Y) e vengono generalmente distinte in REE leggere e pesanti (LREE, HREE) in funzione del peso atomico. Nonostante siano definiti rari, questi elementi sono piuttosto diffusi nella crosta terrestre e ampiamente utilizzati in attività agricole, ospedaliere e in ambito industriale per la produzione di svariati dispositivi tecnologici di uso quotidiano. Per queste ragioni, la loro presenza in diverse matrici ambientali quali sedimenti, acque eparticellato in sospensione, è spesso oggetto di studio da parte della comunità scientifica internazionale. Infatti, le REE possono essere utilizzate come traccianti di fenomeni naturali, come processi erosivi, ma anche di attività antropiche (Viers et al., 2009; Piper and Bau, 2013; da Silva et al., 2018). Questo studio si pone come obiettivo una valutazione preliminare della presenza e distribuzione delle REE nei sedimenti superficiali dell’Alto Adriatico, rappresentativi di un’area compresa tra il Golfo di Trieste e il delta del fiume Po. Questi sedimenti sono stati oggetto di una precedente indagine sulla contaminazione da metalli pesanti e da idrocarburi nei sedimenti superficiali dei mari italiani (CoNISMa, 2001). Di conseguenza, il presente studio si propone di ampliare le informazioni già esistenti allo scopo ultimo di valutare l’origine di questi elementi unitamente alla presenza di eventuali anomalie nelle concentrazioni delle REE dovute a potenziali contributi antropici.

Presenza e distribuzione delle Terre Rare nei sedimenti superficiali dell’Alto Adriatico

Pavoni E.
;
Crosera M.;Adami G.;Covelli S.
2021-01-01

Abstract

I sedimenti rappresentano la principale sede di accumulo di specie chimiche organiche ed inorganiche veicolate dalle acque fluviali alle aree marino-costiere. Svariati sono gli studi incentrati sulla geochimica dei sedimenti in termini di presenza, distribuzione e mobilità di contaminanti organici ed elementi in tracce potenzialmente tossici (Covelli et al., 2001). Tuttavia, poche sono le informazioni ad oggi esistenti relativamente a quelli che vengono definiti contaminanti emergenti, tra cui rientrano gli elementi delle Terre Rare (Rare Earth Elements, REE). Le REE comprendono 17 elementi metallici che includono l’intera serie dei lantanidi, unitamente allo scandio (Sc) e all’ittrio (Y) e vengono generalmente distinte in REE leggere e pesanti (LREE, HREE) in funzione del peso atomico. Nonostante siano definiti rari, questi elementi sono piuttosto diffusi nella crosta terrestre e ampiamente utilizzati in attività agricole, ospedaliere e in ambito industriale per la produzione di svariati dispositivi tecnologici di uso quotidiano. Per queste ragioni, la loro presenza in diverse matrici ambientali quali sedimenti, acque eparticellato in sospensione, è spesso oggetto di studio da parte della comunità scientifica internazionale. Infatti, le REE possono essere utilizzate come traccianti di fenomeni naturali, come processi erosivi, ma anche di attività antropiche (Viers et al., 2009; Piper and Bau, 2013; da Silva et al., 2018). Questo studio si pone come obiettivo una valutazione preliminare della presenza e distribuzione delle REE nei sedimenti superficiali dell’Alto Adriatico, rappresentativi di un’area compresa tra il Golfo di Trieste e il delta del fiume Po. Questi sedimenti sono stati oggetto di una precedente indagine sulla contaminazione da metalli pesanti e da idrocarburi nei sedimenti superficiali dei mari italiani (CoNISMa, 2001). Di conseguenza, il presente studio si propone di ampliare le informazioni già esistenti allo scopo ultimo di valutare l’origine di questi elementi unitamente alla presenza di eventuali anomalie nelle concentrazioni delle REE dovute a potenziali contributi antropici.
2021
https://doi.org/10.3301/ABSGI.2021.01
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