Proprio nel panorama costituito dai «comunismi di frontiera» dell’area Alpe-Adria, osservati in chiave comparata, si muove il presente numero monografico di «Qualestoria». La regione a cavallo tra Austria, Italia ed ex Jugoslavia è diventata così un eccellente punto di partenza per l’analisi delle differenti correnti operanti all’interno del movimento comunista e delle modalità attraverso cui queste si confrontarono, talvolta contaminandosi a vicenda, sullo sfondo della ricostruzione internazionale del post-1945. Da tale punto di vista, ai curatori del presente fascicolo sembra di poter affermare che tutti i partiti comunisti coinvolti nelle vicende della regione Alpe-Adria orientarono la loro linea d’azione su un sottile crinale, formato, da un lato, dalle rivendicazioni delle rispettive nazioni di appartenenza e, dall’altro, dalla strategia internazionale elaborata dall’Unione Sovietica, suscettibile di improvvise alterazioni in conformità ai suoi interessi. Nel tentativo di elaborare una sintesi tra tali istanze molto spesso divaricanti, questi partiti comunisti riuscirono a dare forma, in relativa autonomia, a politiche originali, non predeterminate né deterministiche, destinate proprio per questo a risultare non di rado incompatibili fra loro. A dispetto della presunta cornice di identificazione comune fornita dall’internazionalismo, le linee di frattura che si produssero sul territorio spesso ebbero come ricadute disaccordi e conflitti, anche aspri e talvolta addirittura sanguinari, giocatiin termini di confronto nazionale in misura probabilmente molto più profonda di quanto ammesso dagli stessi attori in campo e riconosciuto finora dalla storiografia.

Comunismi di frontiera. I partiti comunisti nell'area Alpe-Adria 1945-1955

KARLSEN P;
2017-01-01

Abstract

Proprio nel panorama costituito dai «comunismi di frontiera» dell’area Alpe-Adria, osservati in chiave comparata, si muove il presente numero monografico di «Qualestoria». La regione a cavallo tra Austria, Italia ed ex Jugoslavia è diventata così un eccellente punto di partenza per l’analisi delle differenti correnti operanti all’interno del movimento comunista e delle modalità attraverso cui queste si confrontarono, talvolta contaminandosi a vicenda, sullo sfondo della ricostruzione internazionale del post-1945. Da tale punto di vista, ai curatori del presente fascicolo sembra di poter affermare che tutti i partiti comunisti coinvolti nelle vicende della regione Alpe-Adria orientarono la loro linea d’azione su un sottile crinale, formato, da un lato, dalle rivendicazioni delle rispettive nazioni di appartenenza e, dall’altro, dalla strategia internazionale elaborata dall’Unione Sovietica, suscettibile di improvvise alterazioni in conformità ai suoi interessi. Nel tentativo di elaborare una sintesi tra tali istanze molto spesso divaricanti, questi partiti comunisti riuscirono a dare forma, in relativa autonomia, a politiche originali, non predeterminate né deterministiche, destinate proprio per questo a risultare non di rado incompatibili fra loro. A dispetto della presunta cornice di identificazione comune fornita dall’internazionalismo, le linee di frattura che si produssero sul territorio spesso ebbero come ricadute disaccordi e conflitti, anche aspri e talvolta addirittura sanguinari, giocatiin termini di confronto nazionale in misura probabilmente molto più profonda di quanto ammesso dagli stessi attori in campo e riconosciuto finora dalla storiografia.
2017
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11368/3003621
 Avviso

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact