Il Ministero per le Terre Liberate dal Nemico venne istituito con il precipuo intento di dirigere e coordinare in maniera unitaria la ricostruzione del sistema economico e produttivo delle cosiddette Nuove Province, ossia Trento con l’Alto Adige e Trieste con l’Istria, la Venezia Giulia e il Quarnaro. Con il tempo furono attribuite ulteriori funzioni, tra cui la stabilizzazione degli oltre 600.000 profughi, la gestione dei risarcimenti dei danni di guerra subiti dai cittadini dei territori acquisiti, la riedificazione delle opere pubbliche nelle zone direttamente coinvolte nei conflitti. Un compito delicato quanto ambizioso. La Grande guerra aveva, infatti, amplificato quelle tensioni sociali e la crisi del sistema della rappresentanza politica che ormai serpeggiavano dalla fine dell’Ottocento. Fin da subito si dimostrò un terreno particolarmente scivoloso, che implicava la capacità di uniformare gli statuti giuridici senza perdere le peculiarità locali. A ciò si aggiunga che gran parte della legislazione bellica rimase in vigore anche a conflitto concluso, alimentando le connessioni tra regime ordinario e quello emergenziale. Non mancarono inchieste parlamentari, scandali e tentativi di boicottaggio.

Nazionalizzazione e amministrazione tra le due Guerre. Il Ministero per le Terre Liberate tra tensioni politiche e crisi istituzionali

Davide Rossi
;
2021-01-01

Abstract

Il Ministero per le Terre Liberate dal Nemico venne istituito con il precipuo intento di dirigere e coordinare in maniera unitaria la ricostruzione del sistema economico e produttivo delle cosiddette Nuove Province, ossia Trento con l’Alto Adige e Trieste con l’Istria, la Venezia Giulia e il Quarnaro. Con il tempo furono attribuite ulteriori funzioni, tra cui la stabilizzazione degli oltre 600.000 profughi, la gestione dei risarcimenti dei danni di guerra subiti dai cittadini dei territori acquisiti, la riedificazione delle opere pubbliche nelle zone direttamente coinvolte nei conflitti. Un compito delicato quanto ambizioso. La Grande guerra aveva, infatti, amplificato quelle tensioni sociali e la crisi del sistema della rappresentanza politica che ormai serpeggiavano dalla fine dell’Ottocento. Fin da subito si dimostrò un terreno particolarmente scivoloso, che implicava la capacità di uniformare gli statuti giuridici senza perdere le peculiarità locali. A ciò si aggiunga che gran parte della legislazione bellica rimase in vigore anche a conflitto concluso, alimentando le connessioni tra regime ordinario e quello emergenziale. Non mancarono inchieste parlamentari, scandali e tentativi di boicottaggio.
2021
9788835135333
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