Pietro Trapassi (Roma 1698-Vienna 1782) viene avviato allo studio dei classici da Gian Vincenzo Gravina che, muovendo da presupposti razionalistici, assicura al giovane discepolo una severa educazione letteraria, con l’affrancamento dalla pratica diffusa della poesia all’improvviso. Dopo il trasferimento a Scalea, in Calabria, dove subisce gli influssi del filosofo cartesiano Gregorio Caloprese, Metastasio (la grecizzazione del cognome si deve al Gravina) pubblica a Napoli una prima raccolta di "Poesie" (1717), che rivela la varietà delle sollecitazioni ricevute e che molto deve alla lettura di Tasso e Marino. Al debutto nell’opera seria con la "Didone abbandonata" (1724) segue, nel 1730, il trasferimento a Vienna in qualità di poeta cesareo; un ruolo che, grazie ad una lunga serie di drammi per musica, gli procura gloria e successo in tutta Europa, ed al quale fa da contrappunto l’ininterrotto esercizio della poesia, dai componimenti di circostanza all’impegnata celebrazione dei fasti asburgici, fino all’ode su "La deliziosa imperial residenza di Schönbrunn" (1776), ultimo riverbero d’Arcadia in una stagione ormai radicalmente mutata. L’intera produzione lirica di Metastasio viene qui presentata per la prima volta con un articolato commento e in un’edizione criticamente fondata, secondo il testo offerto dall’ultima edizione delle "Opere" autorizzata e parzialmente sorvegliata dall’autore (Parigi, 1780-82). Ogni componimento è corredato di una scheda metrica, di ragguagli sulle fasi di composizione, di note esplicative, storiche, stilistiche. I cospicui riferimenti intertestuali intendono offrire indicazioni sui modelli e sulle fonti cui l’autore attinge con maggiore frequenza (Orazio, Ovidio, Virgilio, Lucrezio, Tasso, Marino). Il catalogo delle preferenze letterarie si arricchisce poi con la sistematica ricognizione del ricchissimo epistolario; per una poesia solo in apparenza “facile”, in realtà (come egli stesso dichiara) frutto di “laboriosissima cura”.

P. Metastasio, Poesie

NECCHI R
2009-01-01

Abstract

Pietro Trapassi (Roma 1698-Vienna 1782) viene avviato allo studio dei classici da Gian Vincenzo Gravina che, muovendo da presupposti razionalistici, assicura al giovane discepolo una severa educazione letteraria, con l’affrancamento dalla pratica diffusa della poesia all’improvviso. Dopo il trasferimento a Scalea, in Calabria, dove subisce gli influssi del filosofo cartesiano Gregorio Caloprese, Metastasio (la grecizzazione del cognome si deve al Gravina) pubblica a Napoli una prima raccolta di "Poesie" (1717), che rivela la varietà delle sollecitazioni ricevute e che molto deve alla lettura di Tasso e Marino. Al debutto nell’opera seria con la "Didone abbandonata" (1724) segue, nel 1730, il trasferimento a Vienna in qualità di poeta cesareo; un ruolo che, grazie ad una lunga serie di drammi per musica, gli procura gloria e successo in tutta Europa, ed al quale fa da contrappunto l’ininterrotto esercizio della poesia, dai componimenti di circostanza all’impegnata celebrazione dei fasti asburgici, fino all’ode su "La deliziosa imperial residenza di Schönbrunn" (1776), ultimo riverbero d’Arcadia in una stagione ormai radicalmente mutata. L’intera produzione lirica di Metastasio viene qui presentata per la prima volta con un articolato commento e in un’edizione criticamente fondata, secondo il testo offerto dall’ultima edizione delle "Opere" autorizzata e parzialmente sorvegliata dall’autore (Parigi, 1780-82). Ogni componimento è corredato di una scheda metrica, di ragguagli sulle fasi di composizione, di note esplicative, storiche, stilistiche. I cospicui riferimenti intertestuali intendono offrire indicazioni sui modelli e sulle fonti cui l’autore attinge con maggiore frequenza (Orazio, Ovidio, Virgilio, Lucrezio, Tasso, Marino). Il catalogo delle preferenze letterarie si arricchisce poi con la sistematica ricognizione del ricchissimo epistolario; per una poesia solo in apparenza “facile”, in realtà (come egli stesso dichiara) frutto di “laboriosissima cura”.
2009
9788884194091
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