Le peculiari condizioni geografiche dell’Adriatico orientale, con particolare riferimento alla posizione strategica del golfo di Trieste, confermano quella costante trasformazione della naturale vocazione portuale di una terra che è da sempre il crocevia commerciale di snodo e di apertura con l’entroterra mitteleuropeo. Tale contesto, particolarmente attrattivo per gli scambi e che risente dell’evoluzione geo-politica della sua lunga e importate storia, si propone come l’ideale terreno fertile dove poter far germogliare le nuove sfide della transizione digitale ed ecologica, potendo inserirsi e valorizzare la naturale dialettica interportuale che già traguarda le frontiere marittime nazionali, in un’ottica di competizione cooperativa tra il porto e le altre funzioni retro-portuali. Nell’alveo delle diverse possibilità di uno sviluppo portuale in chiave sostenibile, infatti, il contesto triestino rappresenta un utile banco di prova e un valido modello di analisi, al netto di tutte le sue complessità e sovrapposizioni orografiche, urbanistiche, giuridiche, sociali ed economiche, delle nuove prospettive di mobilità sostenibile e di interoperabilità dei sistemi di trasporto e logistica, anche mediante l’impiego delle nuove tecnologie in chiave “smart”. In questo senso, per realizzare le diverse missioni e obiettivi del PNRR in materia di mobilità sostenibile per il potenziamento della competitività del sistema portuale nel suo complesso, appaiono meritevoli di approfondimento scientifico congiunto lo sviluppo e lo studio di una dimensione di sostenibilità energetico-ambientale delle infrastrutture intermodali che riflettano proprio quell’auspicato cambio di paradigma della transizione ecologica. Pertanto, anche sulla base di una pianificazione integrata multilivello tra i vari decisori pubblici che sia rispettosa dei criteri di sostenibilità energetica ed ambientale, la realizzazione effettiva del programma “Green Ports” impone di approcciarsi alla complessità di un sistema portuale con un focus necessariamente inter-disciplinare, valorizzando proprio la resilienza ai cambiamenti climatici attraverso l’efficientamento energetico delle banchine e infrastrutture logistiche, la digitalizzazione della catena logistica, il tracciamento dei flussi di emissioni degli operatori portuali, per la progressiva riduzione delle emissioni connesse all’attività di movimentazione delle merci.

Elementi strutturali e funzionali dei porti verdi

Guido Befani
2022-01-01

Abstract

Le peculiari condizioni geografiche dell’Adriatico orientale, con particolare riferimento alla posizione strategica del golfo di Trieste, confermano quella costante trasformazione della naturale vocazione portuale di una terra che è da sempre il crocevia commerciale di snodo e di apertura con l’entroterra mitteleuropeo. Tale contesto, particolarmente attrattivo per gli scambi e che risente dell’evoluzione geo-politica della sua lunga e importate storia, si propone come l’ideale terreno fertile dove poter far germogliare le nuove sfide della transizione digitale ed ecologica, potendo inserirsi e valorizzare la naturale dialettica interportuale che già traguarda le frontiere marittime nazionali, in un’ottica di competizione cooperativa tra il porto e le altre funzioni retro-portuali. Nell’alveo delle diverse possibilità di uno sviluppo portuale in chiave sostenibile, infatti, il contesto triestino rappresenta un utile banco di prova e un valido modello di analisi, al netto di tutte le sue complessità e sovrapposizioni orografiche, urbanistiche, giuridiche, sociali ed economiche, delle nuove prospettive di mobilità sostenibile e di interoperabilità dei sistemi di trasporto e logistica, anche mediante l’impiego delle nuove tecnologie in chiave “smart”. In questo senso, per realizzare le diverse missioni e obiettivi del PNRR in materia di mobilità sostenibile per il potenziamento della competitività del sistema portuale nel suo complesso, appaiono meritevoli di approfondimento scientifico congiunto lo sviluppo e lo studio di una dimensione di sostenibilità energetico-ambientale delle infrastrutture intermodali che riflettano proprio quell’auspicato cambio di paradigma della transizione ecologica. Pertanto, anche sulla base di una pianificazione integrata multilivello tra i vari decisori pubblici che sia rispettosa dei criteri di sostenibilità energetica ed ambientale, la realizzazione effettiva del programma “Green Ports” impone di approcciarsi alla complessità di un sistema portuale con un focus necessariamente inter-disciplinare, valorizzando proprio la resilienza ai cambiamenti climatici attraverso l’efficientamento energetico delle banchine e infrastrutture logistiche, la digitalizzazione della catena logistica, il tracciamento dei flussi di emissioni degli operatori portuali, per la progressiva riduzione delle emissioni connesse all’attività di movimentazione delle merci.
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