Inscindibilmente associati, nel nostro immaginario nazionale, a un'irripetibile stagione di ottimismo d'idee, inventiva progettuale e dinamismo fattivo, gli anni Cinquanta hanno scontato in Venezia Giulia la tensione legata a una delle più spinose vicende di riassestamento politico del Dopoguerra, conclusa solo nell'ottobre 1954 con il passaggio della regione dal Governo Militare Alleato allo stato italiano. Proprio in quell'anno veniva portata a termine a Trieste la costruzione della Piscina Bruno Bianchi, un edificio che ha ora avuto il singolare destino di ospitare la grande mostra su quel decennio, di cui era significativa testimonianza, per poi essere, nel giro di pochi mesi, completamente demolito. Caso particolare in cui la temporaneità dell'allestimento è stata accompagnata, quasi simbolicamente, dalla definitiva sparizione del suo contenitore; commiato suggestivo e generoso di uno spazio pubblico al servizio della collettività. L'impianto di chiara lettura della piscina, una struttura in cemento armato a tre "navate" costruita su canoniche simmetrie rispetto alla vasca centrale, ha consentito un'agevole distribuzione delle tre sezioni tematiche della mostra. Gli spazi, grandi e articolati, accoglievano con agio nelle loro scansioni immagini a grande scala, presentazioni multimediali e sequenze di strutture leggere per l'esposizione dei documenti; sullo specchio d'acqua, tra i riflessi di motocicli e filmati d'epoca, galleggiava un grande modello della città.

PROGETTO ARCHITETTONICO - TriesteAnniCinquanta. Allestimenti per il cinquantesimo anniversario del ricongiungimento all'Italia

Bisiani T
2005-01-01

Abstract

Inscindibilmente associati, nel nostro immaginario nazionale, a un'irripetibile stagione di ottimismo d'idee, inventiva progettuale e dinamismo fattivo, gli anni Cinquanta hanno scontato in Venezia Giulia la tensione legata a una delle più spinose vicende di riassestamento politico del Dopoguerra, conclusa solo nell'ottobre 1954 con il passaggio della regione dal Governo Militare Alleato allo stato italiano. Proprio in quell'anno veniva portata a termine a Trieste la costruzione della Piscina Bruno Bianchi, un edificio che ha ora avuto il singolare destino di ospitare la grande mostra su quel decennio, di cui era significativa testimonianza, per poi essere, nel giro di pochi mesi, completamente demolito. Caso particolare in cui la temporaneità dell'allestimento è stata accompagnata, quasi simbolicamente, dalla definitiva sparizione del suo contenitore; commiato suggestivo e generoso di uno spazio pubblico al servizio della collettività. L'impianto di chiara lettura della piscina, una struttura in cemento armato a tre "navate" costruita su canoniche simmetrie rispetto alla vasca centrale, ha consentito un'agevole distribuzione delle tre sezioni tematiche della mostra. Gli spazi, grandi e articolati, accoglievano con agio nelle loro scansioni immagini a grande scala, presentazioni multimediali e sequenze di strutture leggere per l'esposizione dei documenti; sullo specchio d'acqua, tra i riflessi di motocicli e filmati d'epoca, galleggiava un grande modello della città.
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