Nel 2004 il Comune e l'Università di Trieste in occasione delle celebrazioni per il cinquantennale del ritorno all'Italia promuovono una serie di studi, destinati a concretizzarsi in tre mostre, originariamente previste in tre diverse sedi museali. Il principale atto progettuale è proprio la messa in discussione delle sedi: quale alternativa viene proposta la piscina comunale Bruno Bianchi, inaugurata nel 1954, sostituita da un nuovo impianto e destinata alla demolizione; la possibilità di segnare simbolicamente la conclusione dell'esistenza dell'edificio (insieme all'opportunità di sviluppare il progetto senza dover provvedere al ripristino) ne fanno uno spazio ideale. Negli spogliatoi e nelle gallerie della piscina vengono organizzate le tre mostre su urbanistica e ricostruzione, architettura ed arti applicate ed economia e società. Episodio centrale dell'allestimento e punto finale dei percorsi espositivi è la sala vasca, dove su una piattaforma galleggiante viene collocato uno storico plastico della città  lungo oltre 10 metri, mentre su due schermi appesi vengono proiettati immagini e filmati d'epoca. Poche le altre scelte allestitive: enfasi su immagini riprodotte a grande scala; utilizzo dei tavoli sospesi per i documenti; presenza di apparati grafici con funzione unificatrice; l'esito è il massimo risalto dato agli originari spazi architettonici, liberati e ripuliti da tutti gli elementi accumulatisi nel corso del tempo.

PROGETTO ARCHITETTONICO - TriesteAnniCinquanta. Allestimenti per il cinquantesimo anniversario del ricongiungimento all'Italia

Bisiani T
2010-01-01

Abstract

Nel 2004 il Comune e l'Università di Trieste in occasione delle celebrazioni per il cinquantennale del ritorno all'Italia promuovono una serie di studi, destinati a concretizzarsi in tre mostre, originariamente previste in tre diverse sedi museali. Il principale atto progettuale è proprio la messa in discussione delle sedi: quale alternativa viene proposta la piscina comunale Bruno Bianchi, inaugurata nel 1954, sostituita da un nuovo impianto e destinata alla demolizione; la possibilità di segnare simbolicamente la conclusione dell'esistenza dell'edificio (insieme all'opportunità di sviluppare il progetto senza dover provvedere al ripristino) ne fanno uno spazio ideale. Negli spogliatoi e nelle gallerie della piscina vengono organizzate le tre mostre su urbanistica e ricostruzione, architettura ed arti applicate ed economia e società. Episodio centrale dell'allestimento e punto finale dei percorsi espositivi è la sala vasca, dove su una piattaforma galleggiante viene collocato uno storico plastico della città  lungo oltre 10 metri, mentre su due schermi appesi vengono proiettati immagini e filmati d'epoca. Poche le altre scelte allestitive: enfasi su immagini riprodotte a grande scala; utilizzo dei tavoli sospesi per i documenti; presenza di apparati grafici con funzione unificatrice; l'esito è il massimo risalto dato agli originari spazi architettonici, liberati e ripuliti da tutti gli elementi accumulatisi nel corso del tempo.
2010
88-7541-211-1
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