Il progetto di rigenerazione di paesaggi che hanno perso la loro funzione primaria, come accade per i paesaggi fortificati e gli ambiti urbani interessati da infrastrutture militari di diversa natura, pone quasi sempre in primo piano la questione della ridefinizione dei valori attribuiti al patrimonio, accanto a quella delle funzioni. Si tratta di processi che, specie negli ultimi trent’anni, hanno caratterizzato una moltitudine di luoghi, trattandoli spesso attraverso il paradigma del riuso del patrimonio immobiliare dismesso e della rigenerazione urbana. La ricerca al centro del saggio qui presentato propone invece di porre in rilievo, nel progetto di intervento su questi paesaggi, non solo il valore d’uso diretto di questi luoghi, ma soprattutto i valori di tipo indiretto, con una particolare attenzione agli aspetti ecologici e di ricreazione, oltre a quelli di esistenza e, in particolare, di lascito. La ricerca qui presentata si occupa in particolare delle fortificazioni inserite in contesti urbani, o in prossimità, che si trovano ancora oggi troppo spesso ad essere completamente estranee ai processi di trasformazione di città e territori urbanizzati che le circondano. Negli ultimi anni però, l’interesse per i paesaggi fortificati è andato via via crescendo; ciò ha contribuito ad incrementare considerevolmente sia le occasioni di dibattito inerenti queste tematiche, sia i casi studio ed esempi virtuosi che, attraverso il progetto di paesaggio, hanno promosso strategie urbane di riuso sostenibile. Progetti che sono stati capaci di portare nuovi valori ai “paesaggi perduti”, luoghi nei quali per diverse motivazioni si son potute conservare la memoria vivente di assetti vegetazionali, come li definisce il botanico Livio Poldini, ponendo un interessante accento sulla naturalità degli elementi inseriti e come questi possano determinare un ri- equilibro con la storicità dei siti.

Paesaggi fortificati, valori da difendere. Verso una rigenerazione dei “paesaggi perduti”

Giulia Casolino;Alessandra Marin
2023-01-01

Abstract

Il progetto di rigenerazione di paesaggi che hanno perso la loro funzione primaria, come accade per i paesaggi fortificati e gli ambiti urbani interessati da infrastrutture militari di diversa natura, pone quasi sempre in primo piano la questione della ridefinizione dei valori attribuiti al patrimonio, accanto a quella delle funzioni. Si tratta di processi che, specie negli ultimi trent’anni, hanno caratterizzato una moltitudine di luoghi, trattandoli spesso attraverso il paradigma del riuso del patrimonio immobiliare dismesso e della rigenerazione urbana. La ricerca al centro del saggio qui presentato propone invece di porre in rilievo, nel progetto di intervento su questi paesaggi, non solo il valore d’uso diretto di questi luoghi, ma soprattutto i valori di tipo indiretto, con una particolare attenzione agli aspetti ecologici e di ricreazione, oltre a quelli di esistenza e, in particolare, di lascito. La ricerca qui presentata si occupa in particolare delle fortificazioni inserite in contesti urbani, o in prossimità, che si trovano ancora oggi troppo spesso ad essere completamente estranee ai processi di trasformazione di città e territori urbanizzati che le circondano. Negli ultimi anni però, l’interesse per i paesaggi fortificati è andato via via crescendo; ciò ha contribuito ad incrementare considerevolmente sia le occasioni di dibattito inerenti queste tematiche, sia i casi studio ed esempi virtuosi che, attraverso il progetto di paesaggio, hanno promosso strategie urbane di riuso sostenibile. Progetti che sono stati capaci di portare nuovi valori ai “paesaggi perduti”, luoghi nei quali per diverse motivazioni si son potute conservare la memoria vivente di assetti vegetazionali, come li definisce il botanico Livio Poldini, ponendo un interessante accento sulla naturalità degli elementi inseriti e come questi possano determinare un ri- equilibro con la storicità dei siti.
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