Da qui al 2030, 3 miliardi di consumatori entreranno nella classe media, spingendo la domanda di beni e servizi a livelli mai verificatisi prima (FISE ASSOAMBIENTE, 2019). In questo contesto, il concetto di economia circolare intende rispondere non solo alla sempre più scarsa disponibilità di materie prime data dall'eccessivo sfruttamento delle risorse, ma anche al problema della gestione dei rifiuti. Definita dalla Commissione Europea come "un’economia in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse si conserva quanto più a lungo possibile, riducendo così al minimo i rifiuti e l’utilizzo delle risorse" (COM (2015)614), l'economia circolare rappresenta uno dei molteplici temi che l'Unione Europea intende affrontare al fine di rispondere agli impegni assunti nell'ambito dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (COM (2019) 640). La gestione dei rifiuti è uno degli elementi chiave del concetto di economia circolare (COM (2015)614). Poiché le tecnologie attuali non permettono di ipotizzare percentuali di riciclo pari al 100%, per alcune frazioni di rifiuti il recupero energetico rappresenta un'opzione da non sottovalutare (COM (2017) 34). Pertanto, se da un lato l'azione di riciclo consente di riconoscere un plus-valore ai prodotti grazie alla possibilità di reimmettere nel ciclo produttivo materie prime e seconde, dall'altro il recupero energetico consente di valorizzare in termini di energia la quota di rifiuti non riciclabili. Al riguardo la Commissione Europea afferma che “se non si può evitare di produrre rifiuti né è possibile riciclarli, recuperarne il contenuto energetico è di norma preferibile al collocamento in discarica, sia sotto il profilo ambientale che economico. Vi è quindi spazio per la termovalorizzazione, che può creare sinergie con le politiche unionali in materia di energia e clima, ma sempre tenendo presente i principi della gerarchia unionale dei rifiuti. La Commissione valuterà in che modo ottimizzare questa pratica, senza compromettere l’aumento del riutilizzo e del riciclaggio, e come sfruttare al meglio il corrispondente potenziale energetico” (COM (2015)614). Tuttavia, non è raro che gli impianti di termovalorizzazione si scontrino con lo scetticismo e la difficoltà di accettazione da parte delle comunità locali, in particolar modo in quelle aree senza esperienze pregresse legate alle attività di incenerimento dei rifiuti o con esperienze negative (Achillas et al. 2011; Xu, Lin, 2023; Caferra et. Al. 2023). Inserendosi in tale contesto, il presente contributo analizza il processo di valutazione della circolarità delle materie prime in Europa e il valore dei rifiuti, prestando particolare attenzione alla realtà italiana. Partendo da una panoramica sul tipo, il numero e la localizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti presenti in Italia, in seguito l’analisi si concentra sugli impianti di termovalorizzatore e sulle difficoltà di posizionamento degli stessi. A conclusione, il caso studio del termovalorizzatore di Brescia viene presentato al fine di stimolare una riflessione sul ruolo potenziale che tali impianti possono ricoprire per la generazione di valori di tipo identitario.

Il valore identitario nella promozione di economie circolari: il caso del termovalorizzatore di Brescia

ANDREA PERAZ
Writing – Original Draft Preparation
;
2023-01-01

Abstract

Da qui al 2030, 3 miliardi di consumatori entreranno nella classe media, spingendo la domanda di beni e servizi a livelli mai verificatisi prima (FISE ASSOAMBIENTE, 2019). In questo contesto, il concetto di economia circolare intende rispondere non solo alla sempre più scarsa disponibilità di materie prime data dall'eccessivo sfruttamento delle risorse, ma anche al problema della gestione dei rifiuti. Definita dalla Commissione Europea come "un’economia in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse si conserva quanto più a lungo possibile, riducendo così al minimo i rifiuti e l’utilizzo delle risorse" (COM (2015)614), l'economia circolare rappresenta uno dei molteplici temi che l'Unione Europea intende affrontare al fine di rispondere agli impegni assunti nell'ambito dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (COM (2019) 640). La gestione dei rifiuti è uno degli elementi chiave del concetto di economia circolare (COM (2015)614). Poiché le tecnologie attuali non permettono di ipotizzare percentuali di riciclo pari al 100%, per alcune frazioni di rifiuti il recupero energetico rappresenta un'opzione da non sottovalutare (COM (2017) 34). Pertanto, se da un lato l'azione di riciclo consente di riconoscere un plus-valore ai prodotti grazie alla possibilità di reimmettere nel ciclo produttivo materie prime e seconde, dall'altro il recupero energetico consente di valorizzare in termini di energia la quota di rifiuti non riciclabili. Al riguardo la Commissione Europea afferma che “se non si può evitare di produrre rifiuti né è possibile riciclarli, recuperarne il contenuto energetico è di norma preferibile al collocamento in discarica, sia sotto il profilo ambientale che economico. Vi è quindi spazio per la termovalorizzazione, che può creare sinergie con le politiche unionali in materia di energia e clima, ma sempre tenendo presente i principi della gerarchia unionale dei rifiuti. La Commissione valuterà in che modo ottimizzare questa pratica, senza compromettere l’aumento del riutilizzo e del riciclaggio, e come sfruttare al meglio il corrispondente potenziale energetico” (COM (2015)614). Tuttavia, non è raro che gli impianti di termovalorizzazione si scontrino con lo scetticismo e la difficoltà di accettazione da parte delle comunità locali, in particolar modo in quelle aree senza esperienze pregresse legate alle attività di incenerimento dei rifiuti o con esperienze negative (Achillas et al. 2011; Xu, Lin, 2023; Caferra et. Al. 2023). Inserendosi in tale contesto, il presente contributo analizza il processo di valutazione della circolarità delle materie prime in Europa e il valore dei rifiuti, prestando particolare attenzione alla realtà italiana. Partendo da una panoramica sul tipo, il numero e la localizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti presenti in Italia, in seguito l’analisi si concentra sugli impianti di termovalorizzatore e sulle difficoltà di posizionamento degli stessi. A conclusione, il caso studio del termovalorizzatore di Brescia viene presentato al fine di stimolare una riflessione sul ruolo potenziale che tali impianti possono ricoprire per la generazione di valori di tipo identitario.
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