Durante i «roaring twenties», i ruggenti anni Venti, Berlino riflette con le sue mirabolanti trasformazioni e i suoi innumerevoli volti i tentativi di una neonata repubblica che cerca di lasciarsi alle spalle la Grande Guerra e i rovinosi anni successivi. La metropoli tedesca diventa il catalizzatore di nuove mode, di nuovi consumi e di una nuova cultura, incentrata soprattutto sulla nascita e sulla diffusione di mass-media come il cinema e la radio. I continui mutamenti di Berlino, oltre ad affascinare e ad attrarre, generano innovative narrazioni e importanti riflessioni sugli effetti che si possono registrare nella vita e nella coscienza del singolo: è il caso del romanzo Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin (1929). È proprio quest’ultimo, con il suo Großstadtroman, a presentare al lettore un’immagine della città più realista e a introdurre personaggi che, per quanto tentino di adattarsi alla velocità della metropoli, rimangono invischiati nella sua rete di miseria ed emarginazione. È il caso di Fabian e Doris, protagonisti dei romanzi di Erich Kästner e di Irmgard Keun, ma anche di Elli e di Hannes, eroi sfortunati delle narrazioni di Lili Grün e di Hans Fallada. Il presente contributo intende analizzare i vari tentativi di adattamento di Fabian, Doris, Elli e Hannes e le diverse forme di emarginazione che Berlino, metropoli simbolo della modernità ma anche vittima di una crisi economica e sociale, riserva a queste coppie ideali di rifiutati.

Adattarsi alla metropoli oppure perire. La narrazione degli emarginati nei Großstadtromane della Repubblica di Weimar

Pia Carmela Lombardi
2024-01-01

Abstract

Durante i «roaring twenties», i ruggenti anni Venti, Berlino riflette con le sue mirabolanti trasformazioni e i suoi innumerevoli volti i tentativi di una neonata repubblica che cerca di lasciarsi alle spalle la Grande Guerra e i rovinosi anni successivi. La metropoli tedesca diventa il catalizzatore di nuove mode, di nuovi consumi e di una nuova cultura, incentrata soprattutto sulla nascita e sulla diffusione di mass-media come il cinema e la radio. I continui mutamenti di Berlino, oltre ad affascinare e ad attrarre, generano innovative narrazioni e importanti riflessioni sugli effetti che si possono registrare nella vita e nella coscienza del singolo: è il caso del romanzo Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin (1929). È proprio quest’ultimo, con il suo Großstadtroman, a presentare al lettore un’immagine della città più realista e a introdurre personaggi che, per quanto tentino di adattarsi alla velocità della metropoli, rimangono invischiati nella sua rete di miseria ed emarginazione. È il caso di Fabian e Doris, protagonisti dei romanzi di Erich Kästner e di Irmgard Keun, ma anche di Elli e di Hannes, eroi sfortunati delle narrazioni di Lili Grün e di Hans Fallada. Il presente contributo intende analizzare i vari tentativi di adattamento di Fabian, Doris, Elli e Hannes e le diverse forme di emarginazione che Berlino, metropoli simbolo della modernità ma anche vittima di una crisi economica e sociale, riserva a queste coppie ideali di rifiutati.
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