Il volume raccoglie una poliedrica serie di saggi che hanno preso spunto dallo studio e dall’approfondita ricognizione svolta sui documenti del fondo I.R. Tribunale Provinciale di Verona, custodito presso l’Archivio di Stato locale, portando alla luce uno spaccato sociale, economico e culturale del Regno Lombardo-Veneto visto attraverso la prospettiva giuridico-istituzionale. All’interno di uno Stato creato ex novo dal Congresso di Vienna, Verona visse la peculiarità di essere una città fortezza, incastonata assieme a Peschiera, Mantova e Legnago nel Quadrilatero a sud-est del lago di Garda. La quotidianità e l’esercizio della professione forense risentivano di una presenza militare particolarmente accentuata, con una serie di ricadute dal punto di vista fiscale, di gestione del territorio, dell’ordine pubblico e della vigilanza, che crearono una fattispecie ambientale invero singolare. Avvocati, classe dirigente e popolazione civile dovettero confrontarsi con l’impatto della codificazione napoleonica sulla giurisprudenza ottocentesca e comunque attenersi all’apparato giuridico e amministrativo che il governo dell’Impero asburgico riusciva ad imporre in questo Stato a lui satellite. Ne emerge una realtà porosa, una sorta di età di mezzo, dove alle logiche giuridiche proprie di quella contemporaneità che lentamente andava fondandosi, si mescolano elementi tipici di una cornice mediatrice e satisfattiva, caratteristici del mondo premoderno.

L’Aquila e la Bilancia. Istituzioni e diritto a Verona durante il Regno Lombardo-Veneto (1815-1866)

D. Rossi
2024-01-01

Abstract

Il volume raccoglie una poliedrica serie di saggi che hanno preso spunto dallo studio e dall’approfondita ricognizione svolta sui documenti del fondo I.R. Tribunale Provinciale di Verona, custodito presso l’Archivio di Stato locale, portando alla luce uno spaccato sociale, economico e culturale del Regno Lombardo-Veneto visto attraverso la prospettiva giuridico-istituzionale. All’interno di uno Stato creato ex novo dal Congresso di Vienna, Verona visse la peculiarità di essere una città fortezza, incastonata assieme a Peschiera, Mantova e Legnago nel Quadrilatero a sud-est del lago di Garda. La quotidianità e l’esercizio della professione forense risentivano di una presenza militare particolarmente accentuata, con una serie di ricadute dal punto di vista fiscale, di gestione del territorio, dell’ordine pubblico e della vigilanza, che crearono una fattispecie ambientale invero singolare. Avvocati, classe dirigente e popolazione civile dovettero confrontarsi con l’impatto della codificazione napoleonica sulla giurisprudenza ottocentesca e comunque attenersi all’apparato giuridico e amministrativo che il governo dell’Impero asburgico riusciva ad imporre in questo Stato a lui satellite. Ne emerge una realtà porosa, una sorta di età di mezzo, dove alle logiche giuridiche proprie di quella contemporaneità che lentamente andava fondandosi, si mescolano elementi tipici di una cornice mediatrice e satisfattiva, caratteristici del mondo premoderno.
2024
978-88-495-5625-4
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