Il contributo intende mettere in evidenza come negli ultimi anni l’interesse verso i temi dell’archiviazione e conservazione del web e dei social media sia cresciuto enormemente, anche perché la consapevolezza dell’importanza di tali “risorse” come fonti privilegiate per ricostruire la storia della nostra epoca è ormai acquisita. Come faranno gli storici del futuro a ricostruire il periodo storico che stiamo vivendo se archivisti e bibliotecari non saranno capaci di archiviare e preservare i siti web e social media di istituzioni, enti pubblici, partiti, associazioni, organi di governo, personaggi politici, personaggi illustri in genere, dato che ormai tutto viene veicolato attraverso tali canali? La fragilità del web, poi, imporrebbe di agire subito ed avviare senza indugio iniziative di “web and social media archiving”, pena la scomparsa di quanto è stato pubblicato e reso disponibile sul web negli ultimi anni, ma su questo punto la situazione in Italia–salvo poche eccezioni–appare molto in ritardo rispetto agli altri paesi europei ed enormemente in ritardo rispetto ai paesi dell’area anglosassone. Occorre avviare iniziative di sensibilizzazione su questi temi e di formazione delle competenze e delle professionalità necessarie per condurre progetti di archiviazione e conservazione del web e dei social media.

Web e social media come nuove fonti per la storia

Tommaso Mazzoli
2022-01-01

Abstract

Il contributo intende mettere in evidenza come negli ultimi anni l’interesse verso i temi dell’archiviazione e conservazione del web e dei social media sia cresciuto enormemente, anche perché la consapevolezza dell’importanza di tali “risorse” come fonti privilegiate per ricostruire la storia della nostra epoca è ormai acquisita. Come faranno gli storici del futuro a ricostruire il periodo storico che stiamo vivendo se archivisti e bibliotecari non saranno capaci di archiviare e preservare i siti web e social media di istituzioni, enti pubblici, partiti, associazioni, organi di governo, personaggi politici, personaggi illustri in genere, dato che ormai tutto viene veicolato attraverso tali canali? La fragilità del web, poi, imporrebbe di agire subito ed avviare senza indugio iniziative di “web and social media archiving”, pena la scomparsa di quanto è stato pubblicato e reso disponibile sul web negli ultimi anni, ma su questo punto la situazione in Italia–salvo poche eccezioni–appare molto in ritardo rispetto agli altri paesi europei ed enormemente in ritardo rispetto ai paesi dell’area anglosassone. Occorre avviare iniziative di sensibilizzazione su questi temi e di formazione delle competenze e delle professionalità necessarie per condurre progetti di archiviazione e conservazione del web e dei social media.
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