Alcune riflessioni intorno alla questione critica dell'"ultimo Verga"

Il saggio ricostruisce il dibattito critico relativo all’ultima fase della produzione di Giovanni Verga e la sua volontà di documentarne la modernità, la capacità cioè di portare il realismo ad esiti estremi e innovativi. Il saggio si inserisce in questo dibattito ribadendo da un lato l’originalità e l’efficacia delle soluzioni tecniche adottate da Verga nella rappresentazione impersonale dei drammi borghesi (è il caso della novella Lacrymae rerum, vera e propria variante “espressionista” della poetica verista), ma dall’altro invitando alla prudenza chi intendesse assimilare la posizione verghiana alla consapevolezza tutta novecentesca dei processi dell’alienazione umana. Grazie ad un confronto con le posizioni di Ghislanzoni il saggio dimostra infatti come la polemica nei confronti della mercificazione dell’arte sostenuta da un anticapitalismo di matrice romantica non possa venir confusa con la coscienza dell’artificialità della letteratura propria delle avanguardie storiche.