Il territorio della Bassa friulana, ovvero la parte meridionale del Friuli, compresa tra il Tagliamento e l’Isonzo, copre circa un decimo della provincia storica. Tutta l’area è coperta, fino al periodo tra le due guerre mondiali, da paludi e acque stagnati le quali da un lato costituiscono un problema sanitario, in quanto luoghi popolati da zanzara anofele, veicolo di malaria, e dall’altra sottraggono allo sfruttamento agrario una parte che corrisponde a circa un quarto dell’intera area coltivabile del Friuli, da sempre penalizzata dalla scarsità di acque. Il problema del recupero di quegli spazi viene affrontato dalle varie amministrazioni che nei secoli si susseguono, ma soltanto con la diponibilità di macchinari moderni il drenaggio delle acque diviene possibile. I lavori di bonifica, delinati in fase risorgimentale, trovano compimento a partire dagli anni Venti del secolo scorso, ma la gestione degli spazi “redenti” costituisce il momento di maggior scontro di classe che attraversa il Friuli moderno e contemporaneo. Nobiltà e borghesia locale si affrontano utilizzando tutti gli strumenti possibili e soltanto l’intervento diretto del regime, attraverso la nomina di un prefetto come amministratore dei lavori di bonifica, consente l’individuazione di una soluzione. La trasformazione del territorio produce una nuova comunità che ospita anche uno dei più peculiari esperimenti di nuova industria attuati dal fascismo: Torviscosa.
LA BASSA FRIULANA E LE SUE BONIFICHE NOVECENTESCHE
ZILLI, SERGIO
2006-01-01
Abstract
Il territorio della Bassa friulana, ovvero la parte meridionale del Friuli, compresa tra il Tagliamento e l’Isonzo, copre circa un decimo della provincia storica. Tutta l’area è coperta, fino al periodo tra le due guerre mondiali, da paludi e acque stagnati le quali da un lato costituiscono un problema sanitario, in quanto luoghi popolati da zanzara anofele, veicolo di malaria, e dall’altra sottraggono allo sfruttamento agrario una parte che corrisponde a circa un quarto dell’intera area coltivabile del Friuli, da sempre penalizzata dalla scarsità di acque. Il problema del recupero di quegli spazi viene affrontato dalle varie amministrazioni che nei secoli si susseguono, ma soltanto con la diponibilità di macchinari moderni il drenaggio delle acque diviene possibile. I lavori di bonifica, delinati in fase risorgimentale, trovano compimento a partire dagli anni Venti del secolo scorso, ma la gestione degli spazi “redenti” costituisce il momento di maggior scontro di classe che attraversa il Friuli moderno e contemporaneo. Nobiltà e borghesia locale si affrontano utilizzando tutti gli strumenti possibili e soltanto l’intervento diretto del regime, attraverso la nomina di un prefetto come amministratore dei lavori di bonifica, consente l’individuazione di una soluzione. La trasformazione del territorio produce una nuova comunità che ospita anche uno dei più peculiari esperimenti di nuova industria attuati dal fascismo: Torviscosa.Pubblicazioni consigliate
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