Nell’ambito della ricerca condotta dall’Unità locale di ricerca dell’Università di Trieste all’interno del PRIN 2003-2005 su “Servizio sociale e territorio. Regionalizzazione delle politiche sociali e trifocalità del servizio sociale”, l’attenzione qui è posta sull’evoluzione politico-sociale del welfare locale, in particolare dalla promulgazione della legge quadro nazionale 328/2000 sul “Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali” e dalla connessa legge regionale del Friuli Venezia Giulia n. 23/2004, cui è seguita la legge regionale n. 6/2006 sul “Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”. Si è inteso comprendere quanto la normativa abbia implicato di fatto, nella concretezza quotidiana, l’azione nelle organizzazioni che erogano servizi sociali (massimamente le istituzioni pubbliche) e nelle pratiche di lavoro degli “operatori”, privilegiando tra essi la figura professionale dell’assistente sociale, come significativo interprete professionale del mandato pubblico di welfare. Il concetto-chiave utilizzato per tale comprensione è quello di “mandato”, rivolto ai servizi e agli operatori, nelle diverse prospettive: sociale, professione, istituzionale. Tale concetto contiene quell’insieme di funzioni attribuite, di assegnazione di ruolo, attese di compito e di competenze assegnate, che dovrebbero orientare e motivare gli interventi degli operatori nei servizi sociali. L’immagine dei servizi sociali e sociosanitari che emerge sembra essere “incorniciata” dalla filosofia della 328, che ne ha conferito una complessiva coerenza giustificando i differenti elementi in un insieme unitario; tuttavia, un’analisi più puntuale consente di evidenziarne gli elementi di discontinuità e di grande variabilità nell’applicazione, a seconda dei servizi considerati, facendone scoprire accostamenti di vecchie e di nuove filosofie di welfare. Tra i fattori che appaiono determinanti nelle differenti attuazioni, in particolare per le specificità locali, si evidenza lo stile e la determinazione delle persone che, concretamente e fattivamente, danno vita diverse possibili soluzioni operative.
Tre committenti per un mandato
GUI, LUIGI
2008-01-01
Abstract
Nell’ambito della ricerca condotta dall’Unità locale di ricerca dell’Università di Trieste all’interno del PRIN 2003-2005 su “Servizio sociale e territorio. Regionalizzazione delle politiche sociali e trifocalità del servizio sociale”, l’attenzione qui è posta sull’evoluzione politico-sociale del welfare locale, in particolare dalla promulgazione della legge quadro nazionale 328/2000 sul “Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali” e dalla connessa legge regionale del Friuli Venezia Giulia n. 23/2004, cui è seguita la legge regionale n. 6/2006 sul “Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”. Si è inteso comprendere quanto la normativa abbia implicato di fatto, nella concretezza quotidiana, l’azione nelle organizzazioni che erogano servizi sociali (massimamente le istituzioni pubbliche) e nelle pratiche di lavoro degli “operatori”, privilegiando tra essi la figura professionale dell’assistente sociale, come significativo interprete professionale del mandato pubblico di welfare. Il concetto-chiave utilizzato per tale comprensione è quello di “mandato”, rivolto ai servizi e agli operatori, nelle diverse prospettive: sociale, professione, istituzionale. Tale concetto contiene quell’insieme di funzioni attribuite, di assegnazione di ruolo, attese di compito e di competenze assegnate, che dovrebbero orientare e motivare gli interventi degli operatori nei servizi sociali. L’immagine dei servizi sociali e sociosanitari che emerge sembra essere “incorniciata” dalla filosofia della 328, che ne ha conferito una complessiva coerenza giustificando i differenti elementi in un insieme unitario; tuttavia, un’analisi più puntuale consente di evidenziarne gli elementi di discontinuità e di grande variabilità nell’applicazione, a seconda dei servizi considerati, facendone scoprire accostamenti di vecchie e di nuove filosofie di welfare. Tra i fattori che appaiono determinanti nelle differenti attuazioni, in particolare per le specificità locali, si evidenza lo stile e la determinazione delle persone che, concretamente e fattivamente, danno vita diverse possibili soluzioni operative.Pubblicazioni consigliate
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