L’analisi dei nomi dei luoghi all’interno di un documento cartografico, ha stimolato una serie di considerazioni sullo stretto legame che intercorre tra la cartografia e il dato toponomastico, inserendo tale riflessione nel contesto geografico oggetto di tale studi: l’Istria, il Quarnero e la Dalmazia. Il capitolo prosegue con un breve inquadramento storico in cui si evidenzia la complessità di questo territorio, dove si sono incontrate popolazioni di diversa lingua (tedesco, sloveno, italiano, croato, friulana) e dove lo stesso spazio è stato conteso e divisoin diverse epoche dagli Stati nazionali. Dopo una ricostruzione storica delle varie tradizioni cartografiche dei singoli Stati e delle vicende inerenti alla toponomastica, si è proceduto a presentare le tre serie di documenti cartografici prodotti in diversi momenti storici da parte dei vari Istituti Geografici Militari operanti sul territorio nel corso dei secoli XIX e XX; nello specifico è stata indagata la produzione cartografica austriaca, italiana e quella jugoslava, colta nel momento storico in cui diviene uno dei veicoli fondamentali con cui lo Stato sanciva l’ufficialità dei suoi nomi di luogo.Infatti, i fogli (1:100.000) e le tavolette (1:25.000) degli Istituti Geografici Militari costituiscono uno dei cardini per l’interpretazione del territorio e per lo studio dei nomi di luogo. Il loro contenuto toponomastico si basa in prevalenza su dati derivanti da mappe catastali, delle quali costituiscono in un certo modo un compendio, una sintesi; appaiono meno fornite di nomi rispetto alle mappe in quanto riportano solamente le denominazioni maggiori e medie ma tralasciano quelle minori. Il disegno topografico privilegiando la dimensione verticale del paesaggio, restituisce un’immagine dal volto geografico più plastico, più reale di quanto non appaia nelle mappe e fornendo ulteriori chavi di interpretazione della realtà. A parte qualche squilibrio fra zona e zona, e qualche variazione nei contenuti dovute alle diverse edizioni o fatture delle carte – spesso dovute a maggiore o minore diligenza dei cartografi nel riportare le denominazioni dei terreni e dei piccoli elementi del paesaggio – le serie di carte militari proposte, presentano una sufficiente uniformità di contenuti e perciò danno una’informazione quasi omogenea su tutta la scala regionale considerata, permettendo così una più agevole comparazione dei dati raccolti.I nomi locali che sono emersi da tali documenti riflettono le condizioni di vita di una regione e che con la loro testimonianza fanno emergere gli stretti legami che una comunità ha instaurato nel corso dei secoli con il proprio territorio. Se correttamente interpretati, essi possono essere fonte di informazioni di ordine storico, geografico, economico, botanico, ecc. In una regione geograficamente variegata come quella in oggetto, in cui la terra e il mare si intrecciano reciprocamente disegnando una delle coste più suggestive di tutto il Mediterraneo, forte è stato da sempre il connubio tra le attività antropiche della terra e quelle del mare, poste in essere dall’uomo nel suo secolare sforzo per domare la natura. Il corpus toponimico di queste regioni rispecchia perfettamente questo dualismo: accanto alla ricchezza di nomi legati al travagliato rapporto con la terra, esiste più che altrove un vasto patrimonio toponomastico riferito all’idrografia marina, alle sue forme fisiche e agli elementi antropici dell’interrelazione tra l’uomo e il mare.

La toponomastica nella cartografia geodetica moderna (secoli XIX e XX): esempi di cartografia militare austriaca, italiana e jugoslava

UMEK, DRAGAN
2009-01-01

Abstract

L’analisi dei nomi dei luoghi all’interno di un documento cartografico, ha stimolato una serie di considerazioni sullo stretto legame che intercorre tra la cartografia e il dato toponomastico, inserendo tale riflessione nel contesto geografico oggetto di tale studi: l’Istria, il Quarnero e la Dalmazia. Il capitolo prosegue con un breve inquadramento storico in cui si evidenzia la complessità di questo territorio, dove si sono incontrate popolazioni di diversa lingua (tedesco, sloveno, italiano, croato, friulana) e dove lo stesso spazio è stato conteso e divisoin diverse epoche dagli Stati nazionali. Dopo una ricostruzione storica delle varie tradizioni cartografiche dei singoli Stati e delle vicende inerenti alla toponomastica, si è proceduto a presentare le tre serie di documenti cartografici prodotti in diversi momenti storici da parte dei vari Istituti Geografici Militari operanti sul territorio nel corso dei secoli XIX e XX; nello specifico è stata indagata la produzione cartografica austriaca, italiana e quella jugoslava, colta nel momento storico in cui diviene uno dei veicoli fondamentali con cui lo Stato sanciva l’ufficialità dei suoi nomi di luogo.Infatti, i fogli (1:100.000) e le tavolette (1:25.000) degli Istituti Geografici Militari costituiscono uno dei cardini per l’interpretazione del territorio e per lo studio dei nomi di luogo. Il loro contenuto toponomastico si basa in prevalenza su dati derivanti da mappe catastali, delle quali costituiscono in un certo modo un compendio, una sintesi; appaiono meno fornite di nomi rispetto alle mappe in quanto riportano solamente le denominazioni maggiori e medie ma tralasciano quelle minori. Il disegno topografico privilegiando la dimensione verticale del paesaggio, restituisce un’immagine dal volto geografico più plastico, più reale di quanto non appaia nelle mappe e fornendo ulteriori chavi di interpretazione della realtà. A parte qualche squilibrio fra zona e zona, e qualche variazione nei contenuti dovute alle diverse edizioni o fatture delle carte – spesso dovute a maggiore o minore diligenza dei cartografi nel riportare le denominazioni dei terreni e dei piccoli elementi del paesaggio – le serie di carte militari proposte, presentano una sufficiente uniformità di contenuti e perciò danno una’informazione quasi omogenea su tutta la scala regionale considerata, permettendo così una più agevole comparazione dei dati raccolti.I nomi locali che sono emersi da tali documenti riflettono le condizioni di vita di una regione e che con la loro testimonianza fanno emergere gli stretti legami che una comunità ha instaurato nel corso dei secoli con il proprio territorio. Se correttamente interpretati, essi possono essere fonte di informazioni di ordine storico, geografico, economico, botanico, ecc. In una regione geograficamente variegata come quella in oggetto, in cui la terra e il mare si intrecciano reciprocamente disegnando una delle coste più suggestive di tutto il Mediterraneo, forte è stato da sempre il connubio tra le attività antropiche della terra e quelle del mare, poste in essere dall’uomo nel suo secolare sforzo per domare la natura. Il corpus toponimico di queste regioni rispecchia perfettamente questo dualismo: accanto alla ricchezza di nomi legati al travagliato rapporto con la terra, esiste più che altrove un vasto patrimonio toponomastico riferito all’idrografia marina, alle sue forme fisiche e agli elementi antropici dell’interrelazione tra l’uomo e il mare.
2009
9788852391477
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