Riassumendo brevemente quelli che sono i caratteri fondamentali di questo saggio, si possono distinguere due indirizzi principali per quanto riguarda gli ambiti di ricerca indagati e i risultati conseguiti. Uno di carattere più teorico, che si applica essenzialmente all’analisi di quelli che sono i fondamenti della geografia e della cartografia dalle origini all’età moderna, e uno di carattere più pratico che fonda le sue radici nello studio della toponomastica attraverso l’utilizzo di documenti geo-iconografici.È forse fuori luogo precisare che i caratteri e le interrelazioni tra i due ambiti si sono rivelati attivi e correlati, tanto che è apparso difficile proporre tra loro una netta contrapposzione dialettica. Cartografia e toponomastica risultano essere fonti e strumenti indispensabili nello studio delle dinamiche spaziali, soprattutto in aree geografiche contraddistinte nella storia come realtà confinarie d’incontro e di compresenza dove si sono intrecciate per secoli culture, politiche ed economie di popoli e lingue diverse.Nel caso particolare da noi affrontato della penisola istriana e del litorale dalmata l’indagine delle fonti tra comparazione, interpretazione e classificazione ha permesso di tracciare l’evoluzione storica della scienza geocartografica rimarcando i tratti salienti che nelle varie epoche l’hanno contraddistinta nonché la presenza, lo sviluppo, la cristallizzazione o la scomparsa dei nomi di luogo. L’intero saggio, infatti, dopo una breve nota introduttiva necessaria a sottolineare l’importanza del documento antico quale fonte per lo studio toponomastico di un territorio, si è soffermato a presentare la scelta delle fonti cartografiche e a darne un inquadramento storico delle caratteristiche per proseguire poi nella disanima dei contesti scrittorii e linguistici quali mezzi cartografici di espressione. L’ultima parte della ricerca ha riguardato la lettura dei nomi e dei luoghi con una metodologia comparativa tra le diverse carte nelle differenti epoche storiche tracciando una sintesi dell’evoluzione produttiva e toponomastica che tutto vuole essere tranne che esaustiva. L’intero lavoro vuole, perciò portare un contributo all’argomento mettendo a disposizione una serie di dati ricavati dall’analisi toponomastica dei documenti cartografici, materiali che devono costituire un passaggio obbligato per la conoscenza anche delle realtà territoriali di Istria e Dalmazia, terre segnate da una storica tradizione multiculturale strettamente connessa alla loro dimensione geografica.
La toponomastica dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia nella cartografia storica dalle prime testimonianze alla fine del secolo XVIII
SELVA, ORIETTA
2009-01-01
Abstract
Riassumendo brevemente quelli che sono i caratteri fondamentali di questo saggio, si possono distinguere due indirizzi principali per quanto riguarda gli ambiti di ricerca indagati e i risultati conseguiti. Uno di carattere più teorico, che si applica essenzialmente all’analisi di quelli che sono i fondamenti della geografia e della cartografia dalle origini all’età moderna, e uno di carattere più pratico che fonda le sue radici nello studio della toponomastica attraverso l’utilizzo di documenti geo-iconografici.È forse fuori luogo precisare che i caratteri e le interrelazioni tra i due ambiti si sono rivelati attivi e correlati, tanto che è apparso difficile proporre tra loro una netta contrapposzione dialettica. Cartografia e toponomastica risultano essere fonti e strumenti indispensabili nello studio delle dinamiche spaziali, soprattutto in aree geografiche contraddistinte nella storia come realtà confinarie d’incontro e di compresenza dove si sono intrecciate per secoli culture, politiche ed economie di popoli e lingue diverse.Nel caso particolare da noi affrontato della penisola istriana e del litorale dalmata l’indagine delle fonti tra comparazione, interpretazione e classificazione ha permesso di tracciare l’evoluzione storica della scienza geocartografica rimarcando i tratti salienti che nelle varie epoche l’hanno contraddistinta nonché la presenza, lo sviluppo, la cristallizzazione o la scomparsa dei nomi di luogo. L’intero saggio, infatti, dopo una breve nota introduttiva necessaria a sottolineare l’importanza del documento antico quale fonte per lo studio toponomastico di un territorio, si è soffermato a presentare la scelta delle fonti cartografiche e a darne un inquadramento storico delle caratteristiche per proseguire poi nella disanima dei contesti scrittorii e linguistici quali mezzi cartografici di espressione. L’ultima parte della ricerca ha riguardato la lettura dei nomi e dei luoghi con una metodologia comparativa tra le diverse carte nelle differenti epoche storiche tracciando una sintesi dell’evoluzione produttiva e toponomastica che tutto vuole essere tranne che esaustiva. L’intero lavoro vuole, perciò portare un contributo all’argomento mettendo a disposizione una serie di dati ricavati dall’analisi toponomastica dei documenti cartografici, materiali che devono costituire un passaggio obbligato per la conoscenza anche delle realtà territoriali di Istria e Dalmazia, terre segnate da una storica tradizione multiculturale strettamente connessa alla loro dimensione geografica.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.