Il dibattito sulla reale esistenza di una teoria propria percorre tutta la storia del servizio sociale, da quando, sul finire del diciannovesimo secolo, nelle società moderne industrializzate di cultura occidentale (prevalentemente Stati Uniti d’America e stati nazionali europei) andava specializzandosi in termini professionali una capacità “sociale” d’aiuto delle persone in difficoltà, oltre le pratiche spontanee ed occasionali di solidarietà familiare, dei piccoli gruppi, delle categorie o di istituzioni religiose. La questione ha accompagnato il processo di “laicizzazione” ed istituzionalizzazione dell’aiuto sociale nella forma di “servizio pubblico” (o a valenza pubblica), come uno dei frutti dello Stato moderno. Il servizio sociale, nelle sue espressioni concrete di formazione-ricerca e di esercizio attivo, evoca costantemente l’importanza di teorie scientifiche a conferma del proprio status accademico e professionale, tuttavia la dialettica fra teoria e prassi continua a proporsi da un secolo con immutata vivacità, come un tema fertile, certamente stimolante, ma in buona parte irrisolto. Se ne ripercorrono qui i passaggi essenziali da una prima prospettiva scientifico positivista alla successiva apertura ad un approccio costruttivista.
Teoria del servizio sociale
GUI, LUIGI
2005-01-01
Abstract
Il dibattito sulla reale esistenza di una teoria propria percorre tutta la storia del servizio sociale, da quando, sul finire del diciannovesimo secolo, nelle società moderne industrializzate di cultura occidentale (prevalentemente Stati Uniti d’America e stati nazionali europei) andava specializzandosi in termini professionali una capacità “sociale” d’aiuto delle persone in difficoltà, oltre le pratiche spontanee ed occasionali di solidarietà familiare, dei piccoli gruppi, delle categorie o di istituzioni religiose. La questione ha accompagnato il processo di “laicizzazione” ed istituzionalizzazione dell’aiuto sociale nella forma di “servizio pubblico” (o a valenza pubblica), come uno dei frutti dello Stato moderno. Il servizio sociale, nelle sue espressioni concrete di formazione-ricerca e di esercizio attivo, evoca costantemente l’importanza di teorie scientifiche a conferma del proprio status accademico e professionale, tuttavia la dialettica fra teoria e prassi continua a proporsi da un secolo con immutata vivacità, come un tema fertile, certamente stimolante, ma in buona parte irrisolto. Se ne ripercorrono qui i passaggi essenziali da una prima prospettiva scientifico positivista alla successiva apertura ad un approccio costruttivista.Pubblicazioni consigliate
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