La società industriale-avanzata e post-moderna (“occidentale”), sembra proporci un contesto a pluralismo estremizzato, nel quale l’eterogeneità e la quantità a crescita esponenziale dei prodotti materiali si accompagna alla diversificazione apparentemente senza limiti dei comportamenti adottabili e dei valori fruibili nel medesimo spazio sociale. L’esplosione della soggettività, intesa come ipervalorizzazione della percezione individuale dell’esperienza e legittimazione delle composizioni personali e contingenti di opportunità al di fuori di una rigida normatività universale, sembra condurre ciascuno singolarmente ad adottare un codice esistenziale fortemente legato alla concretezza contingente, valorizzata di momento in momento, in un’accelerazione di eventi consumati ciascuno nel presente, entro la quale ristrutturare i propri itinerari esistenziali.Si rende in tal modo sempre più arduo ogni tentativo di tracciare con chiarezza i confini morali dell’inclusione e della sanzionabilità sociale. Per altro verso si evidenzia la relativa precarietà che investe la sfera del lavoro: sempre più, l’enfasi culturale economico-mercantilista legata alla globalizzazione, impone un approccio “flessibile” all’occupazione, avviando processi di forte deregolazione del mercato in funzione di crescenti spazi di “mobilità” della forza lavoro, tanto geografica che di ceto economico e di status sociale. Sia sul piano delle garanzie per i singoli occupati, sia sul piano delle risorse previdenziali accantonabili, sia, ancora, sul piano delle “riconversioni” produttive, sembra ridursi per il futuro un impegno pubblico ritenuto da molte forze politiche troppo gravoso e vincolante. Se lo sfondo sociale è così mutato, la connotazione di emarginato deviante, così come la relativa “gravità” della sua condizione, richiedono nuove prospettive analitiche e pratiche d’intervento. Si tratterebbe, si argomenta nel testo, di favorire una corresponsabilità plurale del fronteggiamento delle molte vulnerabilità individuali, altrimenti nascoste nell’isolamento esistenziale sempre meno socializzato, riconosciuto, socialmente assunto come impegno di benessere condiviso.
Frammentazione e vulnerabilità sociale: una rilettura dell'emarginazione grave adulta
GUI, LUIGI
2006-01-01
Abstract
La società industriale-avanzata e post-moderna (“occidentale”), sembra proporci un contesto a pluralismo estremizzato, nel quale l’eterogeneità e la quantità a crescita esponenziale dei prodotti materiali si accompagna alla diversificazione apparentemente senza limiti dei comportamenti adottabili e dei valori fruibili nel medesimo spazio sociale. L’esplosione della soggettività, intesa come ipervalorizzazione della percezione individuale dell’esperienza e legittimazione delle composizioni personali e contingenti di opportunità al di fuori di una rigida normatività universale, sembra condurre ciascuno singolarmente ad adottare un codice esistenziale fortemente legato alla concretezza contingente, valorizzata di momento in momento, in un’accelerazione di eventi consumati ciascuno nel presente, entro la quale ristrutturare i propri itinerari esistenziali.Si rende in tal modo sempre più arduo ogni tentativo di tracciare con chiarezza i confini morali dell’inclusione e della sanzionabilità sociale. Per altro verso si evidenzia la relativa precarietà che investe la sfera del lavoro: sempre più, l’enfasi culturale economico-mercantilista legata alla globalizzazione, impone un approccio “flessibile” all’occupazione, avviando processi di forte deregolazione del mercato in funzione di crescenti spazi di “mobilità” della forza lavoro, tanto geografica che di ceto economico e di status sociale. Sia sul piano delle garanzie per i singoli occupati, sia sul piano delle risorse previdenziali accantonabili, sia, ancora, sul piano delle “riconversioni” produttive, sembra ridursi per il futuro un impegno pubblico ritenuto da molte forze politiche troppo gravoso e vincolante. Se lo sfondo sociale è così mutato, la connotazione di emarginato deviante, così come la relativa “gravità” della sua condizione, richiedono nuove prospettive analitiche e pratiche d’intervento. Si tratterebbe, si argomenta nel testo, di favorire una corresponsabilità plurale del fronteggiamento delle molte vulnerabilità individuali, altrimenti nascoste nell’isolamento esistenziale sempre meno socializzato, riconosciuto, socialmente assunto come impegno di benessere condiviso.Pubblicazioni consigliate
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