Viene qui analizzato il tentativo di di misurare le emozioni tra gli ultimi decenni del XIX secolo e la Prima guerra Mondiale.Questo periodo è stato scelto in quanto demarcato all’inizio dalla teoria di Darwin sull’espressione delle emozioni, dalla teoria tridimensionale di Wundt e dalla teoria “periferica” di James-Lange, e alla fine dalla teoria di Canon, che darà un colpo mortale alla teoria di James-Lange, alla fine dello strutturalismo, alla nascita del comportamentismo negli USA e del Gestaltismo in Europa, che porranno in secondo piano le teorie fisiognomiche. Il focus non è sulle teorie, quanto sui metodi di misura, peraltro costituenti fondamentali su cui costruire gli impianti teorici. Verranno così analizzati metodi fisiognomici, introspettivi, psicofisici e psicofisiologici, che l’attenzione rivolta soprattutto ai primi e agli ultimi. E interessante notare che il crollo delle vecchie teorie ha portato all’abbandono di pressoché tutti questi metodi, salvo i fisiognomici. Ancora più interessante notare il relativo abbandono dello studio delle emozioni da parte degli psicologi generalisti, in parallelo con l’affermarsi della psicologia come scienza della “mente”.
Per una storia della psicometria delle emozioni
LUCCIO, RICCARDO
2012-01-01
Abstract
Viene qui analizzato il tentativo di di misurare le emozioni tra gli ultimi decenni del XIX secolo e la Prima guerra Mondiale.Questo periodo è stato scelto in quanto demarcato all’inizio dalla teoria di Darwin sull’espressione delle emozioni, dalla teoria tridimensionale di Wundt e dalla teoria “periferica” di James-Lange, e alla fine dalla teoria di Canon, che darà un colpo mortale alla teoria di James-Lange, alla fine dello strutturalismo, alla nascita del comportamentismo negli USA e del Gestaltismo in Europa, che porranno in secondo piano le teorie fisiognomiche. Il focus non è sulle teorie, quanto sui metodi di misura, peraltro costituenti fondamentali su cui costruire gli impianti teorici. Verranno così analizzati metodi fisiognomici, introspettivi, psicofisici e psicofisiologici, che l’attenzione rivolta soprattutto ai primi e agli ultimi. E interessante notare che il crollo delle vecchie teorie ha portato all’abbandono di pressoché tutti questi metodi, salvo i fisiognomici. Ancora più interessante notare il relativo abbandono dello studio delle emozioni da parte degli psicologi generalisti, in parallelo con l’affermarsi della psicologia come scienza della “mente”.Pubblicazioni consigliate
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