Partendo dall’analisi di alcuni casi aziendali di eccellenza, il contributo si propone di evidenziare la necessità di emancipare il design degli ambienti di lavoro dal ruolo periferico e satellitare in cui lo ha confinato l’approccio manageriale alla cultura d’impresa. Se l’obiettivo è inventare lo spazio di una fabbrica green, il design non può limitarsi ad attribuire – in un’ottica di mera immagine – una nota di colore verde e un plus di carattere “ecologico” agli oggetti (edifici, arredi, interni, percorsi, ecc.), ricadendo ancora una volta nella trappola del green washing, ma deve diventare componente strutturale di un diverso modello di business, capace di mettere in luce il valore organizzativo dei diversi aspetti dell’esperienza estetica: piacere, densità percettiva, capacità di ascolto, modello cognitivo non sequenziale, relazionalità. Ciò consente di trovare anche una diversa e più evoluta chiave d’accesso alla qualità ambientale nei contesti di lavoro, svincolandola dal mero rispetto delle normative vigenti: lo sguardo si dilata dunque verso nuove prospettive, contemplando la possibilità di un’esperienza di benessere a tutto campo, che coinvolga componenti relazionali, simboliche e sensoriali.
Inventare lo spazio di una green factory
QUALIZZA, GABRIELE
2012-01-01
Abstract
Partendo dall’analisi di alcuni casi aziendali di eccellenza, il contributo si propone di evidenziare la necessità di emancipare il design degli ambienti di lavoro dal ruolo periferico e satellitare in cui lo ha confinato l’approccio manageriale alla cultura d’impresa. Se l’obiettivo è inventare lo spazio di una fabbrica green, il design non può limitarsi ad attribuire – in un’ottica di mera immagine – una nota di colore verde e un plus di carattere “ecologico” agli oggetti (edifici, arredi, interni, percorsi, ecc.), ricadendo ancora una volta nella trappola del green washing, ma deve diventare componente strutturale di un diverso modello di business, capace di mettere in luce il valore organizzativo dei diversi aspetti dell’esperienza estetica: piacere, densità percettiva, capacità di ascolto, modello cognitivo non sequenziale, relazionalità. Ciò consente di trovare anche una diversa e più evoluta chiave d’accesso alla qualità ambientale nei contesti di lavoro, svincolandola dal mero rispetto delle normative vigenti: lo sguardo si dilata dunque verso nuove prospettive, contemplando la possibilità di un’esperienza di benessere a tutto campo, che coinvolga componenti relazionali, simboliche e sensoriali.Pubblicazioni consigliate
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