Il libro “Oltre le fabbriche – Visioni evolutive per il Distretto della Sedia” rappresenta lo sviluppo di una ricerca avviata nel 2010 dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (DICAR) dell’Università degli Studi di Trieste, dietro proposta dell’Associazione per lo Sviluppo del Distretto della Sedia (ASDI Sedia) di Manzano (UD), per esplorare, da una prospettiva libera e generale, le possibilità di attivare processi di trasformazione nell’organizzazione spaziale e urbanistica del territorio distrettuale, nelle funzioni delle aree e nei possibili modi di riuso del patrimonio edilizio e infrastrutturale ivi insediato (a cominciare da quello industriale), al fine di meglio sostenere la difficile ma appassionante sfida evolutiva posta ad un contesto interessato, al pari di altri distretti industriali italiani, da profondi mutamenti strutturali, sia nel tessuto economico produttivo sia in quello sociale, che comportano, fra le altre conseguenze, la rapida obsolescenza, la de-valorizzazione funzionale ed economica e molte volte l’abbandono di molti spazi ed edifici. Il testo è impostato su una visione economica non edulcorata e piuttosto realistica della complessa fase di transizione economica e sociale nella quale si muove il Distretto della Sedia, al pari di altri distretti italiani, senza per questo mancare di sottolineare le opportunità profonde di rinnovamento. Esso delinea una visione evolutiva per alcuni comparti spaziali del Distretto ritenuti strategici, suggerendo, attraverso alcune ipotesi progettuali, possibili modelli di intervento, sia sul piano degli strumenti urbanistici che su quello della promozione di investimenti, in una prospettiva non formale di “sostenibilità” ambientale ma anche socioeconomica del territorio; esplora, infine, le possibilità e i limiti del riutilizzo di aree e di edifici le cui funzioni e le qualità si sono fortemente indebolite, affrontando anche la questione del possibile recupero del “corpo fisico” degli edifici esistenti per fini differenti.
“Rileggere un modello di sviluppo: esiti al suolo e prospettive” (pp. 49-59), "I valori del territorio come matrice per differenti strategie di sviluppo e di progetto" (con V.A. Torbianelli, pp. 61-71)
MARCHIGIANI, ELENA
2012-01-01
Abstract
Il libro “Oltre le fabbriche – Visioni evolutive per il Distretto della Sedia” rappresenta lo sviluppo di una ricerca avviata nel 2010 dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (DICAR) dell’Università degli Studi di Trieste, dietro proposta dell’Associazione per lo Sviluppo del Distretto della Sedia (ASDI Sedia) di Manzano (UD), per esplorare, da una prospettiva libera e generale, le possibilità di attivare processi di trasformazione nell’organizzazione spaziale e urbanistica del territorio distrettuale, nelle funzioni delle aree e nei possibili modi di riuso del patrimonio edilizio e infrastrutturale ivi insediato (a cominciare da quello industriale), al fine di meglio sostenere la difficile ma appassionante sfida evolutiva posta ad un contesto interessato, al pari di altri distretti industriali italiani, da profondi mutamenti strutturali, sia nel tessuto economico produttivo sia in quello sociale, che comportano, fra le altre conseguenze, la rapida obsolescenza, la de-valorizzazione funzionale ed economica e molte volte l’abbandono di molti spazi ed edifici. Il testo è impostato su una visione economica non edulcorata e piuttosto realistica della complessa fase di transizione economica e sociale nella quale si muove il Distretto della Sedia, al pari di altri distretti italiani, senza per questo mancare di sottolineare le opportunità profonde di rinnovamento. Esso delinea una visione evolutiva per alcuni comparti spaziali del Distretto ritenuti strategici, suggerendo, attraverso alcune ipotesi progettuali, possibili modelli di intervento, sia sul piano degli strumenti urbanistici che su quello della promozione di investimenti, in una prospettiva non formale di “sostenibilità” ambientale ma anche socioeconomica del territorio; esplora, infine, le possibilità e i limiti del riutilizzo di aree e di edifici le cui funzioni e le qualità si sono fortemente indebolite, affrontando anche la questione del possibile recupero del “corpo fisico” degli edifici esistenti per fini differenti.Pubblicazioni consigliate
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