La civiltà arabo islamica vanta una lunga storia di viaggi, non solo per terra: gli Arabi infatti hanno da sempre fronteggiato il mare, sia per estendere i confini dei loro traffici mercantili, sia perché spinti dal proprio credo religioso, sia per l’innato desiderio umano di conoscere. Questa nota prende in esame come il mare appare in un’opera medievale nota come Geografia di Edrisi o Libro di Ruggero del geografo al-Idrisi (XII sec.) e in una contemporanea pubblicata negli anni Settanta, i Quaderni palestinesi dello scrittore palestinese Mu‘īn Bsīsū. Il testo di Idrīsī fornisce un’originale descrizione della realtà fuori del mondo musulmano, in particolare delle città costiere italiane, soffermandosi anche su una località identificata con Trieste. Mentre, Quaderni Palestinesi, che può essere annoverato tra le scritture autobiografiche, racconta oltre un decennio della vita dello scrittore trascorso per lo più in carcere, dove il mare viene spesso evocato nella dimensione del ricordo per assumere così molteplici simbologie. Due scritture distanti tra loro, nel tempo, nello spazio, nei temi, ma con echi comuni che nascono da un dialogo continuo e proficuo con le culture altre e con la propria tradizione.
Il Mediterraneo tra geografia e immaginario: rileggendo Idrisi e i diari di Mu'in Bsisu
BALDAZZI, CRISTIANA
2012-01-01
Abstract
La civiltà arabo islamica vanta una lunga storia di viaggi, non solo per terra: gli Arabi infatti hanno da sempre fronteggiato il mare, sia per estendere i confini dei loro traffici mercantili, sia perché spinti dal proprio credo religioso, sia per l’innato desiderio umano di conoscere. Questa nota prende in esame come il mare appare in un’opera medievale nota come Geografia di Edrisi o Libro di Ruggero del geografo al-Idrisi (XII sec.) e in una contemporanea pubblicata negli anni Settanta, i Quaderni palestinesi dello scrittore palestinese Mu‘īn Bsīsū. Il testo di Idrīsī fornisce un’originale descrizione della realtà fuori del mondo musulmano, in particolare delle città costiere italiane, soffermandosi anche su una località identificata con Trieste. Mentre, Quaderni Palestinesi, che può essere annoverato tra le scritture autobiografiche, racconta oltre un decennio della vita dello scrittore trascorso per lo più in carcere, dove il mare viene spesso evocato nella dimensione del ricordo per assumere così molteplici simbologie. Due scritture distanti tra loro, nel tempo, nello spazio, nei temi, ma con echi comuni che nascono da un dialogo continuo e proficuo con le culture altre e con la propria tradizione.Pubblicazioni consigliate
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