Il riuso di manufatti esistenti comporta un processo trasformativo che interessa particolarmente gli spazi interni. La fabbrica dismessa possiede caratteri tipologici, costruttivi, spaziali, evidenti ed evocativi - grandi silenziosi spazi vuoti ritmati dall’isotropia delle campate strutturali – e caratteri dormienti che nuovi valori iconici, forme e figure del progetto di riuso devono innescare e rendere “udibili”. Tra i caratteri di una fabbrica, luogo di lavoro e di produzione, c’è quello di corrispondere al principio di necessità. Le forme di domesticità contemporanee tornano al tema della necessità, per la contingenza economica, per la coscienza critica nei confronti del consumismo, per corrispondere ai nuovi modi di intersecare lavoro e vita domestica. Lo spazio industriale vuoto, continuo, neutro, sembra disponibile a ospitare questa nuova domesticità quasi più di strutture dai caratteri distributivi pre-definiti da un’organizzazione domestica superata. L’appropriazione di uno spazio industriale dismesso per sperimentare nuovi modelli abitativi ha vari precedenti, dalle case atelier dei primi del ‘900, alle sperimentazioni delle comuni, ai loft. Rimane un’altra necessità, costruire, sulle macerie della “stanza tutta per sé” convenzionale, un interno che sia luogo di definizione dell’identità di chi lo abita, necessità tanto più forte quanto più labile è il contesto in cui questa identità si colloca.
Abitare in fabbrica. riconversione al domestico di edifici industriali
SCAVUZZO, GIUSEPPINA
2013-01-01
Abstract
Il riuso di manufatti esistenti comporta un processo trasformativo che interessa particolarmente gli spazi interni. La fabbrica dismessa possiede caratteri tipologici, costruttivi, spaziali, evidenti ed evocativi - grandi silenziosi spazi vuoti ritmati dall’isotropia delle campate strutturali – e caratteri dormienti che nuovi valori iconici, forme e figure del progetto di riuso devono innescare e rendere “udibili”. Tra i caratteri di una fabbrica, luogo di lavoro e di produzione, c’è quello di corrispondere al principio di necessità. Le forme di domesticità contemporanee tornano al tema della necessità, per la contingenza economica, per la coscienza critica nei confronti del consumismo, per corrispondere ai nuovi modi di intersecare lavoro e vita domestica. Lo spazio industriale vuoto, continuo, neutro, sembra disponibile a ospitare questa nuova domesticità quasi più di strutture dai caratteri distributivi pre-definiti da un’organizzazione domestica superata. L’appropriazione di uno spazio industriale dismesso per sperimentare nuovi modelli abitativi ha vari precedenti, dalle case atelier dei primi del ‘900, alle sperimentazioni delle comuni, ai loft. Rimane un’altra necessità, costruire, sulle macerie della “stanza tutta per sé” convenzionale, un interno che sia luogo di definizione dell’identità di chi lo abita, necessità tanto più forte quanto più labile è il contesto in cui questa identità si colloca.Pubblicazioni consigliate
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